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Dopo l’accordo di cooperazione stilato tra la News Corp. e BSkyB al fine di vagliare al meglio i termini dell’acquisizione, da parte del magnate dell’editoria Rupert Murdoch, di nuove quote della BskyB peraltro già controllata per il 39% dalla News Corp, le due società incassano l’approvazione degli investitori che le premiano attraverso consistenti rialzi in Borsa. L’offerta lanciata da Murdoch per il 61% della Pay Tv via satellite era di 7,8 miliardi di sterline, ma non è stata ritenuta adeguata al valore della società dal Cda del gruppo, che oltre a chiedere almeno 800 pence per azione – cifra che porterebbe la valutazione complessiva della Tv satellitare da 12 miliardi a 13,7 miliardi di sterline – ha annunciato tempi lunghi di negoziazione. Settimane, ma probabilmente anche mesi prima che anche le autorità europee e britanniche si pronuncino sia sulla regolarità dell’operazione che sul reale prezzo delle quote.
La delicata vicenda è stata seguita con grande attenzione anche dall’autorevole quotidiano economico britannico Financial Times secondo il quale, Rupert Murdoch dovrà superare due ostacoli importanti per portare a termine l’accordo.
Da un lato l’elevata probabilità di dover rivedere al rialzo i termini finanziari dell’acquisto fino alla cifra chiesta dal board di BskyB, offerta peraltro generosa se paragonata alle valutazioni dei competitor della società inglese, ma giudicata insufficiente dal Cda di BSkyB, e dall’altro la prevista lunghezza del processo di esame dell’acquisizione da parte delle autorità europee. D’altro canto, sempre secondo quanto si legge sulla Lex Column del Financial Times, “sorprende la decisione di Murdoch di puntare sull’acquisto del 100% di una società come BSkyB, che News Corp di fatto già controlla“.
Dubbi, che in parte sono stati chiariti dalla stessa News Corp che per voce del vicepresidente Chase Carey ha detto: “crediamo che questo sia il momento giusto perché ci consente di allargare la nostra base e sfruttare al meglio le economie di scala“. E mentre per i maligni si fa spazio il dubbio secondo cui Murdoch non avrebbe trovato di meglio da fare con la sua liquidità per via della mancanza di idee o di valide opportunità di investimento nel settore dei media, per Carey la via intrapresa “è un’opportunità unica per consolidare il core business al quale il gruppo è legato ormai da vent’anni”. Da quando cioè, nel 1990 Sky e British satellite Broadcasting hanno deciso di fondersi.