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Galileo: in orbita nel 2012 i primi 18 satelliti, ma servono più fondi per garantire il successo del sistema alternativo al GPS

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L’alternativa al Gps? Sicuramente il progetto europeo Galileo. Un sistema globale di navigazione satellitare sviluppato dall’Agenzia spaziale europea e dalla Commissione, allo scopo di creare una valida alternativa all’americano Global Positioning System.

 

Migliorata la qualità e l’affidabilità dei segnali satellitari, la nuova costellazione di 30 satelliti in orbita intorno alla Terra, sarà in grado di effettuare una misurazione molto più accurata dell’attuale dispositivo, con una precisione fino a un metro per la navigazione ad accesso libero.

 

Dei vantaggi di Galileo si è discusso a margine di una sessione di domande e risposte da parte della Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento con la Commissione europea, volute  per meglio  comprendere lo stato di avanzamento e le richieste finanziarie del progetto.

 

Tenuto conto che la ricerca e le applicazioni sono ormai a una fase avanzata, i centri di controllo in fase di realizzazione e i primi satelliti lanciati nel 2011 (entro la prima metà del 2014, 18 saranno in orbita), e che i vantaggi di un tale sistema, interamente europeo e realizzato per usi civili e non militari, sono innegabili, c’è da dire che pochi sono i fondi finanziati e sufficienti, al momento, solo per il primo gruppo di 18 satelliti sui 30 previsti (27 più 3 di riserva per garantire una copertura completa del globo). A questi si dovranno ancora aggiungere eventuali upgrade del sistema e manutenzione delle attrezzature.

 

Con l’avvento di Galileo sarà possibile avere un’ampia gamma di applicazioni pratiche, di cui beneficeranno enormemente i trasporti e l’aviazione. Vantaggi anche in agricoltura con la possibilità di monitorare la distribuzione degli agenti chimici nei campi; nel settore dell’ambiente per tenere d’occhio l’inquinamento seguendo gli iceberg e studiando maree, correnti e livelli del mare.

 

Novità anche per quanto riguarda i servizi premium offerti a partire dalla navigazione commerciale con la quale gli utenti, previo il pagamento di una quota, avranno una misurazione precisa al centimetro. Inoltre, attraverso il PRS (Public Regulated Service), ossia un segnale criptato che verrà usato da servizi di polizia, di emergenza e possibilmente militari, le forze dell’ordine potranno impedire l’accesso a tutti tranne le agenzie governative.

La vera esclusiva di Galileo però, sarà rappresentata dal Search and Rescue, ovvero, dall’equipaggiamento dei satelliti con dei transponder per rilevare i segnali d’aiuto e trasmettere il segnale e la posizione ai servizi di soccorso.

 

Per quanto riguarda gli obiettivi di Galileo? Progettato, come dicevamo, per essere un’alternativa credibile al sistema di posizionamento globale americano, ideato, tra l’altro, per abbassare selettivamente l’accuratezza del segnale in aree selezionate, quali possono essere scenari di guerra, grazie alla Selective Deniability, nonostante Galileo sia stato concepito specificatamente per un uso civile, non è esclusa l’interoperabilità con il GPS e il GLONASS russo, ma questo, solo previa ed eventuali decisioni su un suo possibile uso militare, deciso da Parlamento e Consiglio dei ministri.

 

A margine della discussione, grande soddisfazione si è registrata nelle parole del presidente della commissione Industria, ricerca ed energia Herbert Reul (PPE). “Investire nel completamento di Galileo è un’idea giusta sia politicamente che economicamente – ha detto – sarebbe un errore abbandonare il progetto a metà strada ora che sempre più applicazioni economiche si basano sul posizionamento satellitare, nei settori dell’agricoltura, dei trasporti e delle costruzioni. Il potenziale industriale sta appena cominciando a emergere. La Commissione però – ha precisato e concluso – deve vigilare sull’uso professionale dei finanziamenti. Aumenti dei costi nell’ordine di quelli visti in passato devono essere assolutamente prevenuti”.

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