Europa
L’Italia, insieme a Germania, Francia e Spagna, è protagonista di un’iniziativa da 500 milioni di euro volta a potenziare le capacità di calcolo intensivo dei supercomputer e a renderle disponibili agli scienziati europei.
La Partnership for Advanced Computing in Europe (PRACE), presentata ufficialmente oggi a Barcellona, riunisce la Commissione europea – che contribuisce con 70 milioni di euro – e 20 paesi europei in una iniziativa unica, che permetterà ai ricercatori di utilizzare i computer super veloci situati in altri paesi per accedere a una capacità fino a un milione di miliardi di calcoli al secondo.
Questa capacità potrà essere utilizzata, ad esempio, per accelerare lo sviluppo di celle solari più efficienti o per aiutarci a comprendere come i farmaci interagiscono con il corpo umano.
La prima macchina a disposizione dei ricercatori europei nel quadro dell’iniziativa PRACE sarà il computer più veloce d’Europa, JUGENE in Germania.
Da qui al 2015, altri supercomputer situati in Germania, Francia, Italia e Spagna saranno disponibili in tutta la Ue. L’iniziativa è comunque aperta a tutti gli altri paesi che ospitano simili supercomputer.
Il vicepresidente della Commissione per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, ha accolto con estremo favore il lancio dell’infrastruttura di supercalcolo PRACE, sottolineando l’importanza dell’accesso alle capacità di calcolo per lo sviluppo scientifico e tecnologico e per affrontare le grandi sfide del nostro tempo come il cambiamento climatico, il risparmio energetico e l’invecchiamento della popolazione.
I Paesi che partecipano al progetto PRACE, hanno firmato stamani lo statuto dell’organizzazione non profit che riunirà in una sola infrastruttura le capacità di calcolo dei supercomputer di tutta Europa, permettendo ai ricercatori di accedere a una potenza di calcolo combinata equivalente a più di 100.000 dei più veloci PC di oggi e di accelerare enormemente i tempi di calcolo, fino a 1000 trilioni di calcoli al secondo.
Ciò significa che la ricerca potrà essere condotta in maniera incomparabilmente più rapida e accurata e su larga scala. Di conseguenza, sarà possibile affrontare anche i problemi fin qui irrisolti perché troppo vasti e complessi.
Ad esempio, grazie alla capacità delle infrastrutture PRACE, i ricercatori saranno in grado di studiare la fotosintesi a livello sub-atomico, che a sua volta può migliorare il modo in cui vengono costruite le celle solari di oggi. Gli scienziati potranno quindi studiare in 3D il ripiegamento delle proteine, per comprendere come i farmaci interagiscono con le cellule nel corpo umano, acquisendo nuove conoscenze sul processo del flusso sanguigno nelle malattie cardiache e permettendo ai medici di predire gli attacchi di cuore e di intraprendere azioni tempestive per salvare vite umane.
Spagna, Francia, Italia e Germania si sono impegnate a investire 100 milioni di euro nell’iniziativa nei prossimi 5 anni. La Commissione europea sta contribuendo con 70 mila euro attraverso il 7 ° programma quadro di ricerca. Sedici gli altri paesi (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Serbia, Svezia, Svizzera, Turchia e Regno Unito), che partecipano anche con piccoli contributi di risorse e competenze.
Gli scienziati saranno in grado di utilizzare pienamente le infrastrutture PRACE dal 1 ° agosto 2010, dopo l’approvazione della loro candidatura nell’ambito di una procedura di esame comune.