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Le attività di Apple a Google sono sempre più in rotta di collisione: l’ultimo servizio pubblicitario della società di Cupertino – iAd – in sole 8 settimane è diventato un competitor di primo piano nella battaglia per la supremazia nella pubblicità mobile.
I dettagli del nuovo sistema – illustrati da Steve Jobs alla conferenza WWDC 10 – rendono evidente, secondo gli analisti, che iAd darà del filo da torcere a Google proprio nel suo core business, quello della pubblicità.
“Apple – ha affermato l’analista Colin Gillis di BGC Financial – è una società che sa come offrire valore, e ora è saldamente impiantata nel settore”.
Il sistema iAd, integrato su iPhone, iPad e altri device mobili sarà operativo da luglio e consentirà agli sviluppatori dei programmi disponibili nell’App Store – molti dei quali gratuiti o venduti a 99 centesimi – di includere la pubblicità nei loro software. Apple si occuperà della vendita e lascerà agli sviluppatori il 60% dei profitti di ogni ads, tenendo per sé il restante.
Nelle prime otto settimane iAd ha catalizzato da aziende quali Unilever, General Electric e Citigroup commissioni per 60 milioni di dollari, pari a un quarto del valore stimato per il mercato del mobile advertising nel secondo semestre 2010.
Si tratta effettivamente di una goccia nel mare rispetto ai 23,7 miliardi di profitti annuali di Google, derivanti in gran parte dalla pubblicità online, ma la partenza sprint di Apple la dice lunga.
Secondo gli analisti, la pubblicità mobile potrebbe rappresentare il 10% dei profitti Apple già nel 2012. Lo scorso anno, la società ha registrato un giro d’affari di 36,54 miliardi.
Google non ha rivelato i profitti del mobile advertising, che – secondo le stime degli analisti – si aggirano al di sotto del 500 milioni di dollari, generati principalmente dalla pubblicità legata alle ricerche.
Per Google, che domina da anni il mercato della ricerca e della pubblicità online, adattare il proprio business al mobile è stato un passaggio critico: la società ha ideato dunque un sistema operativo mobile – Android – montato già sui dispositivi di 21 diversi costruttori.
Per mantenere questa supremazia, è, infatti, essenziale che qualsiasi dispositivo l’utente scelga di usare approdi sui servizi Google. Android è attualmente il quarto sistema operativo più diffuso al mondo, con una quota di mercato pari al 9,6%, contro il 15,4% di Apple, in terza posizione. Ai primi due posti della classifica, Symbian di Nokia e RIM.
Gli osservatori insistono che chi domina il settore dei sistemi operativi, controlla anche il mercato, grazie alle relazioni privilegiate che lo status di leader consente di instaurare con gli advertiser e, al momento, la società con gli asset migliori pare proprio Apple, che con le sue App domina il segmento dei programmini per gli smartphone, che diventeranno il veicolo principale per raggiungere i consumatori.
“Sui cellulari – ha detto Jobs – le persone passano più tempo sulle applicazioni che effettuando ricerche su internet. L’esperienza è quindi sostanzialmente diversa da quella sul Pc di casa”.
Si tratta, insomma, “di una seria opportunità per raggiungere un numero di persone incredibilmente alto”, ha affermato ancora Jobs, sottolineando che “ogni utente passa circa 30 minuti al giorno sulle applicazioni”.
Durante la presentazione alla WWDC10, Jobs ha mostrato un prototipo di pubblicità in-app per la nuova auto elettrica Leaf della Nissan che si è rivelato molto più interattivo e ricco graficamente rispetto agli attuali modelli di ad in-app.
Le due società hanno fondamentalmente approcci diversi, basati su diversi tipi di advertiser. Per Apple ci vuole sempre un pizzico di arte, per raggiungere la parte emotiva dei consumatori, mentre Google punta tutto sugli algoritmi.
In gioco c’è un mercato appena nato, ma che potrebbe rappresentare la parte del leone nel settore dell’advertising digitale.
Il mercato della pubblicità mobile è ancora relativamente piccolo (nel 2009 ha rappresentato il 12% dei profitti totali), ma Apple e Google, che col loro ingresso nella telefonia mobile hanno scombinato e non poco le carte in tavola, credono molto nelle potenzialità del settore e hanno cominciato a investire pesantemente: a novembre dello scorso anno, Google ha speso 750 milioni di dollari per acquistare AdMob, uno dei maggiori fornitori di tecnologie per la pubblicità sui cellulari (graphical, display ads) che gestisce una rete di 15 mila siti web mobili attraverso cui gli advertiser possono piazzare i loro annunci.
Apple, da canto suo, ha acquisito a gennaio per 275 milioni di dollari uno dei principali concorrenti di AdMob, Quattro Wireless, che annovera tra i suoi clienti gruppi quali NFL, Ford e Disney, Visa, Mazda e anche il motore di ricerca Bing di Microsoft.