Italia
Le strategie di Telecom Italia in Brasile non subiranno variazioni in seguito alla serrata battaglia che la spagnola Telefonica sta conducendo per prendere il controllo dell’operatore mobile Vivo, maggiore concorrente della controllata Tim Brasil.
Telefonica controlla il 42,3% di Telco – la holding che controlla il 22,5% di Telecom Italia – e, secondo quanto affermato nei giorni scorsi da Marco Fossati, che attraverso la Findim controlla un altro 5% della società italiana, dovrebbe uscire da Telco per un evidente conflitto di interesse con le strategie di Telecom Italia in Brasile.
Stamani, però, il Presidente Gabriele Galateri, ha spiegato che l’interesse di Telefonica per Vivo non cambia le strategie di Telecom Italia e dimostra da un lato che il Brasile “è un Paese estremamente importante” e dall’altro “la validità della strategia di sviluppo” adottata nel Paese.
Per mettere le mani su Vivo, Telefonica ha offerto 6,5 miliardi di euro a Portugal Telecom per la sua quota in Brasilcel, la holding che controlla l’operatore.
L’ambizione di Telefonica è quella di unire il business mobile a quello fisso: in Brasile il gruppo di Cesar Alierta controlla l’operatore di rete fissa Telesp, le cui attività hanno subito un forte rallentamento a causa della serrata concorrenza.
La società ha una capitalizzazione di mercato di circa 9,4 miliardi di dollari, ma le entrate sono diminuite del 16% negli ultimi tre mesi dello scorso anno.
Galateri ha preferito non entrare nel merito delle parole di Fossati, spiegando di non essere solito commentare i commenti degli azionisti.
Anche Corrado Passera, Ceo di Banca Intesa, si è espresso sulla vicenda Telefonica-Vivo, affermando che gli azionisti della società telefonica parleranno “a una sola voce”, se ci sarà qualcosa da dire.
Ieri, dalle pagine del Wall Street Journal, Passera aveva dichiarato che Telecom dovrebbe fare sistema con gli altri operatori per accelerare la realizzazione della rete NGN, un’infrastruttura essenziale per lo sviluppo del Paese.
Telecom Italia incontrerà l’Agcom nei prossimi giorni per definire in che modo potrà contribuire al progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’ avanzato dagli operatori alternativi.
La società, si è detta disponibile al confronto, ma non a cambiare i propri piani di investimento, mentre il presidente di Confindustria servizi innovativi, Stefano Pileri, ha affermato che l’intesa è possibile e probabilmente si potrà raggiungere nelle prossime settimane.
“L’auspicio è che si trovi un’intesa tra tutti gli operatori sulle infrastrutture, che rappresentano il 65% dell’investimento totale: le reti ogni operatore le fa come crede opportuno, le infrastrutture che vuol dire le canalizzazioni, le fibre spente ed eventualmente i tralicci per il completamento della copertura radio, possono essere un fattore comune a tutti. Quindi dobbiamo trovare una soluzione e credo che si possa fare”, ha affermato Pileri, riprendendo quanto spiegato anche da Paolo Romani, secondo cui si potrebbe creare una newco per le infrastrutture che realizzi la rete, col contributo di tutti, per poi competere sui servizi.
“Confindustria – ha sottolineato ancora Pileri – spinge per la banda larga nella direzione di uno sviluppo di importanti infrastrutture, che ci accompagneranno per i prossimi 100 anni”.
Un ruolo centrale in questo processo spetta all’Agcom, ha concluso Pileri, auspicando che l’Autorità riesca a fissare e a indicare regole precise prima della pausa estiva.