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Foxconn: la società ammette le proprie responsabilità e aumenta gli stipendi del 70% per evitare nuovi suicidi

Cina


Un aumento di stipendio pari al 70% della paga attuale, per consentire ai dipendenti dello stabilimento di Shenzhen di vivere dignitosamente senza dover fare estenuanti straordinari.

È quanto ha deciso di fare la società cinese Foxconn, dopo i 10 suicidi che hanno sconvolto l’apparente tranquillità della città-fabbrica di Shenzhen, dove lavora più della metà degli 800 mila dipendenti della Hon Hai (che opera col marchio commerciale di Foxconn).

La società produce e assembla i componenti dei più popolari gadget hi-tech: dall’iPhone ai Pc della Dell. Prodotti che però i dipendenti non possono permettersi, insieme a tante altre cose, dal momento che la loro paga mensile era di 900 yuan al mese, pari a circa 107 euro.

Dopo il decimo suicidio in poco più di 5 mesi, la società aveva quindi cercato di correre ai ripari, annunciando un aumento del 30% per tutti i dipendenti, che portava lo stipendio a poco più di 145 euro al mese.

La paga, assicurano gli amministratori, verrà adesso aumentata, passando da 1.200 yuan a circa 2.000 (245 euro).

 

Per ottenere l’aumento, che partirà dal primo ottobre, spiega però la società in una nota, i nuovi dipendenti dovranno sottoporsi a un periodo di prova di tre mesi.

 

“Questo aumento è stato deciso per salvaguardare la dignità dei lavoratori, accelerare la trasformazione economica, sostenere gli obiettivi di evoluzione sul lungo periodo  e per supportare al meglio la nostra forza lavoro”, ha spiegato il patron di Foxconn Terry Gou, che pure in un primo momento aveva negato che i suicidi potessero essere legati alle condizioni di lavoro nello stabilimento.

 

Ora, questo nuovo annuncio dovrebbe servire a ridare lustro al nome della Foxconn, dopo le accuse giunte anche alle società che le appaltano la produzione dei loro costosissimi dispositivi.

“Riconosciamo la nostra responsabilità in quanto leader globali nel campo della produzione di componenti elettronici e prendiamo questa responsabilità molto sul serio”, ha affermato ancora Gou, sottolineando che gli amministratori stanno lavorando per assicurare che “gli standard di lavoro e di remunerazione” siano i migliori della categoria.

 

Anche Apple, di fatto, ha preso subito posizione sulla vicenda: Steve Jobs, qualche giorno fa dal palco della Conferenza All Things Digital, aveva definito la situazione alla Foxconn “molto preoccupante”. Jobs aveva quindi sottolineato che Apple aveva già inviato delle persone a verificare dal vivo le condizioni della città-fabbrica, rifiutandosi però di avallare le notizie circa un ambiente degradante.

“Hanno ristoranti e piscine…Per essere una fabbrica, è una fabbrica piuttosto bella”, aveva detto Jobs.

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