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Digitale terrestre: completato senza alcun ‘trauma’ e con ottimi risultati lo switch-off della Spagna

Spagna


A partire dal 3 aprile scorso la Spagna – primo tra i grandi Paesi europei a prevalente ricezione televisiva via rete terrestre – è divenuta interamente digitale. Nel complesso, il passaggio alla TV digitale ha coinvolto circa 44,7 milioni di individui in circa 8.100 comuni, per oltre 32 milioni di apparecchi televisivi sostituiti o adattati al digitale.

Secondo DGTVi, grazie ad una fortissima accelerazione intrapresa soprattutto dai primi mesi del 2009, la Spagna ha portato a compimento, nei tempi previsti e con poche criticità di rilievo, un Piano di transizione inizialmente giudicato eccessivamente ambizioso e poco facilmente praticabile da numerosi osservatori. Al tempo dell’approvazione del Plan Nacional de Transición nel settembre 2007, le performance della TDT erano in effetti piuttosto deludenti, con una diffusione di poco superiore al 20% delle famiglie e una quota di ascolto dell’8% soltanto.

A circa un mese dallo spegnimento definitivo, tutti i principali indicatori della TDT restituivano valori incoraggianti. A livello nazionale, la copertura della TDT si attestava oltre il 98% della popolazione, il livello di conoscenza della TDT e dello switch-off era al 99%, mentre la penetrazione della piattaforma era ormai prossima al 90% delle famiglie. A febbraio, inoltre, il giudizio complessivo sulla TDT era di 6,9 punti su 10 (in crescita rispetto al 6,6 del novembre 2009) e l’80,8% degli individui considerava buona o molto buona l’informazione ricevuta sullo switch-off (il 78% a novembre 2009). Infine, l’82% degli utenti della TDT consideravano facili o molto facili le operazioni per adattare alla TDT le proprie abitazioni, contro il 10,4% che le ritenevano difficili o molto difficili.

Partendo da questi dati, si è svolto dal 10 marzo al 2 aprile scorsi il passaggio finale del processo, ovvero la terza e ultima fase del piano nazionale di spegnimento. In questa fase, sono stati coinvolti un totale di 31 milioni di individui (il 70% circa della popolazione spagnola) in oltre 4.100 comuni, incluse le principali città, tra cui Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia.

La fase finale del processo si è conclusa positivamente con un livello di criticità nel complesso limitato, in particolar modo oscuramenti parziali o totali nelle aree a carente ricezione terrestre. Similmente a quanto già attuato nelle due fasi precedenti, sono state sviluppate campagne di informazione e comunicazione (messaggi TV in sovraimpressione, inserzioni su media locali, installazione di punti informativi fissi e mobili etc.) e azioni di assistenza, in particolare il call center del Ministero de Industria, Comercio y Turismo. Dalla sua istituzione nel giugno 2009 (avvio della Fase I del piano di transizione), il call center ha ricevuto un totale di circa 300 mila chiamate, di cui circa 72 mila nella sola settimana precedente lo switch-off definitivo (26 marzo – 3 aprile).

Nelle due settimane successive il numero delle chiamate è sceso rapidamente, a circa 20 mila. Secondo il Ministero, solo il 4% circa delle chiamate ricevute nel periodo 30 marzo – 12 aprile erano relative a problemi di ricezione del segnale, l’8% a problemi con l’installazione dei ricevitori. Alle chiamate ricevute dal call center ministeriale andrebbero però aggiunte quelle dei call center istituiti dalle singole comunità autonome, di cui tuttavia non si hanno a disposizione dati consuntivi. Inoltre, secondo quanto riferito dal Ministero, sono state installate circa 14 mila parabole satellitari in abitazioni non raggiunte dal segnale terrestre, condizione che riguarda complessivamente circa 700 mila individui in tutta la Spagna (l’1,5% c.a. della popolazione).

Secondo quanto stabilito per legge, i canali TDT devono essere accessibili anche via satellite per garantire la copertura universale (grazie ad un segnale di servizio gestito dal network operator Abertis Telecom). La soluzione satellitare per le zone “d’ombra” adottata in Spagna ha sollevato tuttavia alcune critiche, poiché non offre l’intera line-up della TDT, con particolare riguardo ai canali regionali, le c.d. emittenti “autonómicas“, non permette la ricezione dei canali Pay e per le limitazioni e i costi del decoder (il contributo per l’acquisto, erogabile solo per l’abitazione principale, permette di comprare un unico modello di decoder a 130 euro).

Sul versante delle misure a sostegno delle fasce deboli, anche per la terza fase è stata prevista la distribuzione gratuita di ricevitori TDT per alcune categorie di soggetti, in particolare anziani e persone con disabilità visive o uditive. In totale, sono stati erogati oltre 150 mila ricevitori gratuiti, mentre sono state circa 21 mila le telefonate ricevute per ottenere informazioni sulle sovvenzioni.

Nelle settimane precedenti allo spegnimento definitivo, tutti i principali indicatori di performance della TDT (vendite di ricevitori, penetrazione della piattaforma e quota di ascolto) hanno registrato una forte accelerazione. Nelle prime due settimane di marzo (ultimi dati disponibili), sono stati venduti in media oltre 500 mila ricevitori settimanali, contro una media di 250 mila / settimana in gennaio e febbraio (dati Gfk). La penetrazione della TDT sul totale delle famiglie è salita al 91% in aprile a switch-off concluso, con una crescita di 7,5 punti percentuali rispetto a febbraio e di ben 14 rispetto a inizio anno (dati Kantar Media).

Sul versante degli ascolti, nel primo mese all digital (aprile), l’audience share della piattaforma TDT è salita al 78,1%, con un incremento di quasi 10 punti percentuali rispetto a marzo, + 25 punti dall’inizio dell’anno. La crescita è stata particolarmente sostenuta, considerando che solo un anno fa, a marzo 2009, la TDT generava una quota di ascolto del 27,3%, poco più della metà della TV analogica terrestre (51,8%), ormai definitivamente spenta.

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