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Le strategie di espansione di Telefonica in Brasile stanno creando non poco malcontento tra gli azionisti di Telecom Italia: secondo Marco Fossati – che attraverso la Findim controlla il 5% della società telefonica – la società di Cesar Alierta dovrebbe cedere la sua quota in Telco, dal momento che l’offerta per acquisire l’operatore mobile Vivo è in contrasto con le strategie di sviluppo di Telecom Italia in America Latina.
Il mese scorso, Telefonica aveva offerto a Portugal Telecom 5,7 miliardi di euro per rilevare la sua quota in Brasilcel, la holding che controlla Vivo, il più grande operatore mobile brasiliano, che è anche il maggiore concorrente di Tim Brasil. Portugal Telecom ha rispedito al mittente l’offerta e Telefonica aveva più volte affermato che non avrebbe aumentato l’offerta, salvo poi avanzare una successiva proposta d’acquisto da 6,5 miliardi, pur di perseguire – come ha sottolineato il Financial Times – il suo ‘sogno latino’.
La proposta prevede l’acquisto in contanti del 50% di Brasilcel o, in alternativa l’acquisto di un terzo di quel 50% detenuto in Brasilcel da Portugal Telecom per circa 2,1 miliardi di euro, concedendo un’opzione di vendita (put) per la restante quota, da esercitarsi entro tre anni.
In un’intervista a Bloomberg, Fossati ha manifestato il proprio disappunto per questa nuova offerta e per gli effetti che questa avrà sulle strategie di crescita di Tim Brasil, un asset su cui Telecom Italia punta molto: il mercato rappresenta, infatti, un importante ‘cash-generator’ con ottime potenzialità di crescita – solo un brasiliano su 5 possiede un cellulare – e il gruppo intende consolidare la propria presenza nel Paese facendo leva sulle potenzialità del mobile quale fattore abilitante dello sviluppo della banda larga e sfruttando le opportunità della migrazione fisso-mobile.
Nel 2011, la quota di mercato di Tim Brasil – attualmente terzo operatore mobile del Paese dopo Vivo e America Movil – dovrebbe attestarsi attorno al 25%, con 2,5 milioni di clienti mobile broadband.
“Telecom Italia – ha spiegato Fossati – avrà ora bisogno di concentrare ancora più attenzione sulla contesa con un concorrente sempre più forte come Vivo se l’acquisizione verrà realizzata e, naturalmente, questo non potrebbe succedere se Telefonica rimanesse membro di Telco. Sarebbe il massimo conflitto di interessi”, soprattutto dopo che Telefonica è stata chiara sul fatto che “non ha intenzione di fondersi con Telecom Italia”, ha aggiunto.
Secondo il Financial Times, il rilancio su Vivo è stata una scelta obbligata: il mercato spagnolo è sotto pressione e per crescere in Brasile non sembra percorribile la strada di un’Opa totalitaria su Telecom Italia per prendere il controllo di Tim Brasil, vista l’eccessiva esposizione debitoria della società italiana.
Anche l’ipotesi di un’Opa su Portugal Telecom non è realizzabile, spiega sempre il FT, perché l’operazione sarebbe vista come un “anatema da parte di Lisbona, che non ama il vicino spagnolo”.
Alierta, intanto, si è detto fiducioso sull’accoglienza della nuova offerta da parte degli azionisti di Portugal Telecom.
“Non abbiamo dubbi che gli azionisti accetteranno l’offerta“, ha affermato il manager iberico nel corso dell’assemblea degli azionisti di Telefonica a Madrid, sottolineando che per la metà dei soci portoghesi di Brasilcel il prezzo è “attraente”.
E allettante, in effetti, l’offerta lo è visto che, solo per Vivo, Telefonica ha offerto una cifra vicina ai 7,7 miliardi di capitalizzazione dell’intero gruppo e che il titolo di Portugal Telecom ha chiuso ieri in rialzo dell’1,5% dopo essere arrivato a guadagnare fin quasi all’8%. Accettare, tuttavia, vorrebbe dire perdere un asset dall’immenso valore e restare relegati sul limitato mercato portoghese, oppure – come già ipotizza qualcuno – puntare su un player minore come Oi, attualmente quarto operatore mobile del Paese.