Facebook si inventa il ‘consigliere telematico’ e apre una nuova fase contro Yahoo. Il rivale Google lo incorona ‘signore della rete’

di Antonietta Bruno |

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Facebook cambia strategia e passa al contrattacco. Il gigante di internet e ideatore di luoghi virtuale per incontrarsi, scambiare opinioni e darsi appuntamento sulla rete, non ci sta più e agli attacchi della concorrenza, risponde con la nascita di una sorta di ‘consigliere telematico‘. Una voce amica per consigliare nelle scelte e rispondere alle domande dell’utenza del web.

 

A spiegare le ragioni di questa scelta innovativa e che in buona parte chiede ai fruitori del social network a costruire il futuro di Facebook, l’informatico statunitense Mark Zuckerberg: “Stiamo lanciando un nuovo prodotto che crediamo possa essere parecchio eccitante – dice – ma abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri utenti”.

Ma quale la caratteristica di una mossa che trae origine dalla ferma  volontà di dichiarare guerra a Yahoo Answers e Aardvark oltre che a dare una risposta all’ingresso dei rivali nel mondo dei social network con Google Buzz ?

La caratteristica è quella dell’attivazione di un nuovo sito che invita a riempire un modulo con tre domande e tre risposte. “Scegliete domande provocatorie su argomenti che conoscete – aggiunge Zuckerberg – Dagli interrogativi più tecnici a quelli più personali. I nostri amministratori valuteranno le risposte e, dopo aver verificato la capacità di scrivere in maniera chiara e autorevole su un determinato argomento, rilasceranno le password di accesso al sistema. Le vostre risposte saranno lette da decine di milioni di persone in tutto il mondo, comprese società in cerca di personale . Poi vi porteremo nei quartier generali di Facebook a conoscere i vari team”.

 

Una mossa che potrebbe essere ‘vincente’ e che oltre a volere conquistare territori della rete appannaggio di altri operatori, mira a ridare nuovo smalto al gigante web recentemente travolto dalla valanga di critiche sulla questione privacy che hanno spinto Zuckerberg ad annunciare la semplificazione dei comandi per le impostazioni dei dati personali.

Decisione quest’ultima, accolta con favore da esperti e associazioni che tuttavia, non si dicono ancora pienamente soddisfatti. Secondo il loro pensiero, infatti, la considerazione è che sia stata “messa una pezza ai buchi nella riservatezza provocati dalle applicazioni lanciate nell’ultimo periodo”, ma che la guerra sia ancora tutta da combattere e che in fondo “la vocazione di Facebook a condividere il numero massimo di informazioni si scontri fisiologicamente con la privacy”. Questo quanto sostiene l’Electronic Frontier Foundation, una delle organizzazioni più attive nel settore e quanto vanno ripetendo gli organizzatori del Quitfacebookday, che lanciano la proposta di spegnere i profili del maggior numero di utenti. Finora però, pare non abbiamo avuto un gran successo poiché sono state circa 25 mila le adesioni sul sito contro gli oltre 400 milioni di membri della community.

 

Sempre sul versante privacy, l’Alta corte di Lahore ha ordinato lo sblocco di Facebook, interdetto due settimane fa dal tribunale pakistano perché colpevole di aver ospitato un concorso per disegnare il profeta Maometto, dopo aver ricevuto garanzie dal governo che il ‘materiale blasfemo’ non sarebbe più stato accessibile nel paese. Facebook potrebbe ritornare accessibile in giornata, mentre YouTube, bloccato per lo stesso motivo, è stato riabilitato la scorsa settimana con l’interdizione dei soli video ‘incriminati’. Sullo stesso argomento, interviene il Bangladesh che ha sabato sera ha bloccato l’accesso al social network sempre a causa di odiose immagini contro il profeta. Anche qui, la decisione è stata presa dopo che il sito ha “ferito la sensibilità religiosa della maggioranza musulmana della popolazione pubblicando caricature di Maometto – ha dichiarato il presidente provvisorio del BTRC, Mahmud DelwarAlcuni link del sito contenevano anche immagini dure dei nostri dirigenti, compreso il padre della nazione, Cheikh Mujibur Rahman, l’attuale primo ministro Cheikh Hassina e il leader dell’opposizione”. Facebook in Bangladesh, sarà riaperto solo nel momento in cui saranno cancellate tutte le pagine contestate.

 

E mentre si studiano i nuovi attacchi di una battaglia che si prefigura dura ma coinvolgente, Google, rivale da sempre di Facebook, lo incorona ‘Signore della rete’ almeno in fatto di grandezza.

Il popolare motore di ricerca, sul sito per gli inserzionisti adPlanner, ha infatti pubblicato la lista dei 1000 siti più visitati al mondo. Il social network è in vetta con 540 milioni di visitatori unici al mese con picchi che raggiungono il 35,2% della popolazione mondiale su internet e 570 miliardi di pagine viste. La lista però, non è ancora stata completa e all’appello mancano la maggior parte delle proprietà (YouTube, Gmail, motore di ricerca).

Secondo una prima stima però, subito dopo Facebook ci sarebbe Yahoo con 490 milioni di visitatori unici. Il sito, utilizzato da molti utenti come propria home page, raggiunge il 31.8% della popolazione mondiale e ha 70 miliardi di pagine viste. A seguire, il motore di ricerca Live con 370 milioni di visitatori. Nelle primissime posizioni altri portali come MSN.com (5°), Baidu (8°), Sina.com.cn (11°) and 163.com (15°).

 

Nelle prime venti posizioni figurano anche cinque siti privi di inserzioni pubblicitarie su Google. Tra questi, l’enciclopedia mondiale Wikipedia (quarta con 310 milioni), Mozilla in decima posizione con 140 milioni) e Twitter che si piazza al diciottesimo posto con 98 milioni di visitatori unici al mese.

A parte Live.com, altri motori di ricerca si piazzano nelle parti alte della classifica: Bing al tredicesimo e Ask al ventesimo. Tra i blog, è Blogspot a regnare sovrano con un ottimo settimo posto e 230 milioni di visitatori, mentre WordPress è dodicesimo a quota 120. Tra i siti di informazione il primato va a Cnet (35°) con 55 milioni, che diffonde notizie di tecnologia. Tra i generalisti, la Bbc è 43^, Cnn  64^ mentre il New York Times 83°. E ancora, tra gli altri siti noti anche in Italia, ci sono Microsoft (6°), Adobe (14°), Amazon (22°), eBay (24°), Apple (27°) e Hotmail (30°).

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