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Continua il botta e risposta tra i vertici di Sky e Mediaset circa lo spazio da utilizzare sulla piattaforma satellitare e la necessità di reciprocità nei rapporti tra il gruppo italiano di Cologno Monzese e quello del magnate australiano Rupert Murdoch. Un duello mediatico, che trova ampio spazio anche nelle pagine dei giornali economico-finanziari più letti al mondo. Tra questi, il Financial Times.
Ed è proprio dalla pagine di questa autorevole testata che l’amministratore delegato di Sky Itala, Tom Mockridge, commenta le affermazioni fatte dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri che appena ieri insisteva sulla “necessità di reciprocità nei rapporti e nel posizionamento tra il gruppo Mediaset e Sky Italia“. Nella stessa intervista al Financial Times aggiungeva anche “se a Sky sarà concesso l’arrivo sul digitale terrestre, allora Mediaset chiederà il suo spazio sulla piattaforma satellitare“.
‘Penso che sia necessario ricordare al mio amico Confalonieri che la tecnologia trasmissiva satellitare non è di proprietà di Sky Italia – ha detto – si tratta di una tecnologia accessibile a tutti senza alcun bisogno di ‘reciprocità’. Inoltre, Mediaset, al contrario di quanto possa fare Sky Italia sul Digitale Terrestre, non ha limitazioni regolamentari che le impediscono di lanciare, quando vuole, un’offerta a pagamento via satellite“.
“In realtà – aggiunge Mackridge – Mediaset opera già via satellite attraverso la piattaforma TivùSat che controlla in joint venture con Rai e Telecom Italia, ovvero i suoi principali competitor nella televisione generalista gratuita“.
“Infine – ha ricordato ancora l’amministratore delegato della tv satellitare – Mediaset trasmette già un canale a pagamento all’interno della piattaforma Sky Italia, chiamato ‘Mediaset Plus'” Ironizzando sulla vicenda, ha poi concluso dicendo “Spero che la signora Miriam Pisani, direttrice del canale, non sia stata turbata dal fatto che il suo presidente sembra aver dimenticato dell’esistenza del suo canale“.
E mentre la diatriba tra i due colossi televisivi va avanti, nessuna decisione arriva dalla Commissione europea sulla regolamentazione della piattaforma satellitare Sky. Tutte le opzioni restano aperte, dunque, e la delicata questione, dopo le consultazioni condotte con i concorrenti, è ancora al vaglio del Commissario Ue Joaquin Almunia. Ritardi che traggono origine da quei ‘market test‘ effettuati dai servizi della Commissione, e dai quali si desume che la maggioranza degli operatori sarebbe in linea di massima contraria all’ingresso di Sky sul digitale terrestre prima del termine fissato da Bruxelles, mentre i consumatori guarderebbero con favore a questa prospettiva.
La Ue sarebbe quindi orientata a consentire a Sky uno sbarco ‘limitato’ sul digitale terrestre attraverso l’assegnazione di una frequenza per trasmettere solo in chiaro. Stando alle sommarie informazioni raccolte, il servizio giuridico della Commissione, avrebbe però scartato l’ipotesi di un provvedimento ‘veloce’, indicando invece la necessità di intervenire sulla questione attraverso una modifica della decisione presa nel 2002, quando Bruxelles diede il via libera alla fusione tra Telepiù e Telepiù vietando a Sky di entrare sul digitale terrestre prima del 2012 proprio in virtù della sua posizione dominante sul mercato della tv a pagamento.