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Mobile advertising: Antitrust Usa approva l’operazione Google-AdMob. ‘Mercato reso competitivo dall’ingresso di Apple’

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La Federal Trade Commission, l’antitrust americano, ha dato il via libera all’acquisizione di AdMob – uno dei maggiori fornitori di tecnologie per la pubblicità mobile – da parte di Google, con 5 voti favorevoli a zero. L’operazione da 750 milioni di dollari, secondo la FTC, non avrà ripercussioni negative sul nascente mercato della pubblicità sui telefonini, come sostenevano i critici, temendo che Google avrebbe bissato nel settore lo strapotere che già esercita nell’advertising online.

I dubbi suscitati dall’acquisizione, ha spiegato la FTC, sono, infatti, compensati dalla presenza nel settore di Apple, che ha recentemente acquistato Quattro Wireless, uno dei maggiori competitor di AdMob.

La FTC ha reso noto che la combinazione tra Google e AdMob ha sollevato “serie questioni antitrust”, ma queste preoccupazioni “…sono state dissolte da alcuni recenti sviluppi del marcato, in particolare da un’operazione conclusa da Apple”.

 

La società di Mountain View ha commentato la decisione della FTC sul blog ufficiale: “Con l’aumento dell’utilizzo dei cellulari, la crescita del mobile advertising può solo accelerare”, ha scritto Susan Wojcicki, vicepresidente del product management di Google.

“Questo avvantaggerà gli sviluppatori e gli editori, che avranno a disposizione migliori soluzioni pubblicitarie e nuovi modi per raggiungere i consumatori e gli utenti, i quali, a loro volta, avranno più contenuti gratuiti”, ha aggiunto.

 

L’accordo rappresenta la terza maggiore acquisizione portata a termine dal gruppo di Mountain View, dopo quella di DoubleClick per 3,1 miliardi e quella di YouTube per 1,65 miliardi. Il management di Google, tuttavia, non ha fornito stime sull’impatto dell’operazione sulla profittabilità, né sulle aspettative di profitto legate ad AdMob.

 

Secondo le rilevazioni di Mobile Marketing Association, il mercato della pubblicità mobile crescerà quest0anno anno del 28-33%, per un giro d’affari di 2,3-2,4 miliardi di dollari.

Un trend che giustifica l’appetito di Google per una società le cui opportunità di profitto appaiono ancora modeste: il giro d’affari di AdMob, secondo JP Morgan, si attesterebbe infatti tra i 45 e i 60 milioni di dollari all’anno.

 

A conferma delle grandi opportunità della pubblicità sul cellulare, anche Apple si è lanciata nel settore, acquistando per 275 milioni di dollari uno dei principali concorrenti di AdMob, Quattro Wireless, che annovera tra i suoi clienti gruppi quali NFL, Ford e Disney, Visa, Mazda e anche il motore di ricerca Bing di Microsoft. L’acquisizione di Quattro Wireless, ha affermato il direttore finanziario di Apple Peter Oppenheimer, “…darà ai nostri sviluppatori, specialmente quelli che offrono programmi gratuiti, la possibilità di disporre di una soluzione di continuità per monetizzare le loro applicazioni”.

Il mese scorso, inoltre, Apple ha annunciato il lancio di un sistema proprietario per la pubblicità mobile battezzato iAd, che verrà integrato su iPhone, iPad e altri device mobili e consentirà agli sviluppatori dei programmi disponibili nell’App Store – molti dei quali gratuiti o venduti a 99 centesimi – di includere la pubblicità nei loro software. Apple si occuperà della vendita e lascerà agli sviluppatori il 60% dei profitti di ogni ads, tenendo per sé il restante. 

 

Anche secondo Steve Jobs, la pubblicità all’interno delle applicazioni – che si sono rivelate la killer application di internet mobile – è molto più efficace dei tradizionali search ads, settore stradominato da Google.

“Sui cellulari – ha detto Jobs – le persone passano più tempo sulle applicazioni che effettuando ricerche su internet. L’esperienza è quindi sostanzialmente diversa da quella sul Pc di casa”. 

 

Non tutti, comunque, hanno giudicato favorevolmente la decisione della FTC: Microsoft e AT&T si erano opposti all’operazione e alcuni sviluppatori la ritengono sbagliata perché in grado di privarli di molte opzioni e di far aumentare i prezzi degli spot mobili.

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