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Mark Zuckerberg, giovane fondatore di Facebook, ha recitato il mea culpa e, ammettendo tutta una serie di errori commessi nella gestione della privacy degli utenti, ha annunciato l’avvio di tutta una serie di modifiche tra cui una sezione intitolata ‘Come distruggere definitivamente la vostra pagina di Facebook’.
La decisione si è resa necessaria a seguito delle numerose proteste scatenatesi dall’introduzione, avvenuta il mese scorso, di nuove funzionalità del popolare motore di ricerca.
A tale proposito, Zuckerberg, ha scritto una mail a un influente blogger californiano, Robert Scoble, rassicurandolo che dagli errori si può imparare a fare meglio. ‘So che abbiamo fatto un pacchetto di errori – ha affermato – ma la mia speranza dopo tutto questo è che il nostro servizio migliori, che la gente capisca che le nostre intenzioni erano buone e che noi reagiamo di fronte alle reazioni della gente per la quale lavoriamo“.
Utenti sempre più numerosi ma anche spesso ignari di ciò che potrebbe ‘accadere’ al proprio profilo. Effetti di una popolarità che continua anche una volta trapassati a miglior vita.
Rilevante sulla rete, infatti, anche la nuova tendenza britannica deathbook. La macabra possibilità di lasciare ai propri cari messaggi postumi. Procedure che a volte si trasformano, pur non avendo alcun valore legale, in veri e propri “testamenti digitali” ai quali i familiari del defunto possono accedere e ottenere anche password di conti correnti bancari online o altri documenti importanti.
Un post in bacheca al posto di un fiore sulla lapide del caro estinto, insomma, tutto online con testamenti digitali come Facebook che si sono attrezzati con pagine commemorative per i loro iscritti passati a miglior vita, o altri ancora che hanno una community di soli morti.
‘Servizio discutibile’ probabilmente, ma anche di facile utilizzo. Per attivarlo, bisogna semplicemente compilare un apposito ‘form‘, il modulo di decesso. “Rendendo un account commemorativo – si legge nelle istruzioni per il suo corretto utilizzo – verranno rimosse alcune informazioni riservate e la privacy verrà impostata in modo che solo gli amici confermati possano accedere al profilo o trovarlo nelle ricerche‘. Chi compila il form per segnalare il decesso di una persona, inserendo alcune informazioni tra cui gli estremi del certificato di morte, può così decidere se commemorare o rimuovere l’account. Sul profilo rimane la bacheca così che amici e familiari possano lasciare post in memoria.
MySpace, l’altro grande social network mondiale, ha la sua metà oscura in MyDeathSpace, una sezione apposita dove vengono celebrati i morti celebri più recenti.
E’ stato soprannominato il ‘facebook dei morti’, invece, il social network australiano FromBeyond2u.com (‘Dall’al di là a te’). Il sito permette a chi si prepara all’addio di caricare video, foto e messaggi come in una capsula del tempo virtuale, da mettere in rete dopo il decesso. Ugualmente macabro, ma più pragmatico, il ‘deathbook’ inglese ‘lastmessagesclub.co.uk’, dove inserire una sorta di testamento digitale, utile ai familiari per destreggiarsi tra codici bancari e password varie.
Gli americani vanno oltre: su Eons.com si può addirittura organizzare il proprio funerale in anticipo. Per evitare che il fatidico momento arrivi troppo presto, è consigliabile affidarsi al ‘Longevity Calculator‘, un test che predice a che età si morirà basandosi su parametri come stile di vita e alimentazione.
Anche in Italia non mancano i cimiteri virtuali. Il sito Defuntioggi.it pubblica centinaia di necrologi al giorno, divisi per regione e per provincia. Funeras invece, è il primo social network interamente dedicato agli eventi luttuosi: la pagina di profilo del trapassato si apre con il necrologio messo online dall’impresa funebre. La gestione della tomba virtuale viene poi affidata ai familiari, che possono inserire altre informazioni, condividere immagini, creare un album di ricordi o semplicemente divulgare la triste notizia, come in un annuncio funebre di quelli che si vedono ancora appesi nei paesi.
Ironia macabra assicurata, invece, con il Fantamorto, sorta di fantacalcio dove vince chi indovina quali personaggi noti moriranno l’anno successivo, e con il Morto del Mese, dove si vota la celebrità preferita anche nell’al di là. “Non per prendere in giro i morti – assicurano i nuovi guardiani dell’Ade – ma per farsi beffe della morte”.