Italia
Recuperano quattro punti percentuali, ma rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in cui si registrava un -8,1%, gli investimenti IT delle imprese, registrano ancora un dato negativo (- 2,9%) e questo grazie a una lieve ripresa delle medie imprese per l’avvio di nuovi progetti, e di aiuti occupazionali nelle aree più deboli.
Ma, mentre da una parte l’economia riprende a marciare, dall’altra resta, e grave, il ritardo sull’innovazione della Pa e un’Italia fanalino di coda per spesa IT/abitante e spesa IT/Pil. A dirlo, il rapporto Assinform 2010 presentato a Milano. Dai dati raccolti risulta, infatti, che al recupero del gap d’innovazione tecnologica, si è contrapposto un elevato decremento dell’industria -9,5% e delle banche -10,4%.
“Riprendere a investire in IT è decisivo per il Paese – ha detto nel corso dell’incontro il presidente Paolo Angelucci – Per rimettere in moto l’economia e sviluppare nuovi servizi digitali, per razionalizzare e controllare la spesa pubblica, occorre più Information Technology. Nuovi metodi di gestione ovunque, nelle imprese, nella Pa, nelle famiglie. La pubblica amministrazione non rinunci all’innovazione, l’IT non è un costo da tagliare bensì la chiave per tenere sotto controllo la spesa e raggiungere l’efficienza”.
Urge un cambio di strategia, insomma, una inversione di rotta che risollevi le sorti dell’Italia. “Se ormai è diffusa la convinzione che il Paese ha bisogno di ritrovare in fretta la via della crescita – ha proseguito Angelucci – bisogna essere altrettanto consapevoli che l’accelerazione può avvenire solo dagli investimenti in Information Technology, puntando su progetti mirati all’efficienza e allo sviluppo delle capacità di business delle imprese. Molte aziende del Made in Italy lo hanno capito. Assinform sta cercando di fare la sua parte per sostenere l’innovazione. Da un lato lavoriamo per la qualificazione e lo sviluppo dell’offerta promuovendo la capitalizzazione delle imprese IT, dall’altro, grazie al recente accordo con Banca Intesa e Mediocredito Italiano, che ha portato alla disponibilità di un plafond da un miliardo di euro, vengono sostenute le aziende manifatturiere e dei servizi che vogliono investire in nuovi progetti IT”.
“Gli investimenti informatici sono cruciali anche per lo Stato – ha concluso il presidente di Assinform – perciò chiediamo al Governo e al Parlamento di adottare anche per la Pa la logica dei cosiddetti tagli intelligenti sulle spese improduttive. In un periodo così drammatico sul fronte dei conti pubblici, appare miope continuare a tagliare indistintamente la spesa in IT, quando si tratta di un investimento indispensabile proprio per tenere sotto controllo la stessa spesa pubblica, migliorare l’efficacia della Pa e sviluppare i nuovi servizi digitali per imprese e cittadini. Né lo Stato può rinunciare al ruolo di fattore di stimolo della crescita, che oggi significa mettere al centro della politica economica il sostegno all’innovazione. Su questo fronte è fondamentale poter contare su tempi rapidi e impegni certi per programmi come Industria 2015 per l’IT, come i progetti per l’eGovernment e per l‘infrastrutturazione digitale del Paese”.
Durante i lavori, ai quali hanno preso parte anche Giancarlo Capitani, amministratore delegato NetConsulting; Alberto Meomartini, presidente Assolombarda; Massimo Messina, co-responsabile direzione IT BNL-BNP Paribas; Alessandro Musumeci, direttore centrale Sistemi Informativi delle Ferrovie dello Stato e Carlo Privitera, Chief Information Technology Officer di Luxottica, Assinform ha reso noti anche i dati percentuali dell’indagine.
Sul fronte dell’occupazione le rilevazioni Assinform indicano per i lavoratori dipendenti una situazione di relativa stabilità (dal 64,9% al 70,2% ), che tuttavia non riguarda le medie aziende IT comprese tra 50 e 249 addetti, in cui, rispetto a febbraio 2009, si segnala un peggioramento. Ancor più negative appaiono le rilevazioni sui consulenti, dove le percentuali di risposte che indicano un peggioramento sono rilevanti sia nelle medie aziende IT (50%) che nelle grandi (61.2%).
Particolarmente preoccupante in questo quadro, la situazione della Pa, già da alcuni anni interessata da un processo di decrescita degli investimenti in IT, che si riflette nei ritardi del processo di modernizzazione, nella difficoltà a far decollare i servizi digitali e a trovare più elevati standard di efficienza. Nel 2009 la spesa IT ha subito un calo di – 4,3% (-2,2% nel 2008), la Pal -5,1% (+0,7%), la sanità -3,7% (+2,1%). Nel 2009 la spesa pubblica IT si è attestata alla modesta cifra di 2.297 milioni di euro (è esclusa la difesa, la cui spesa, diminuita del 9,4%, ammonta a 533 milioni di euro)
Il confronto con l’estero indica come nel 2009 il gap tecnologico italiano si sia notevolmente approfondito rispetto ai principali paesi. Il mercato IT italiano si è contratto di più del mercato mondiale (-5,4%) e dei mercati dei paesi con cui competiamo: Usa -6,1%, UK -6,7%, Germania -4,5%, Francia – 3,4%. Hanno fatto peggio di noi solo la Spagna a -9,1% e il Giappone a -8,7%. Oggi siamo invece ultimi nella classifica sull’intensità di spesa IT. Con un rapporto spesa IT/Pil pari a 1,9% e spesa IT/procapite pari a 316 $, siamo dietro a Usa (4,0% e 1.411 dollari) Giappone (2,3%, 838 dollari), Germania (3,4%, 880 dollari), Regno Unito (3,3%, 972 dollari), Francia (3,4%, 856 dollari), Spagna (2,0%, 316 dollari).