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Nell’ambito della “operazione trasparenza“, come preannunciato nell’incontro del direttore generale Mauro Masi con il ministro della Pubblica amministrazione e innovazione, Renato Brunetta, la Rai rende note le retribuzioni di presidente, consiglieri di amministrazione e Dg.
Tali retribuzioni, si legge in una nota, tengono conto della riduzione del 5% decisa dal Consiglio d’amministrazione, sentito l’azionista, in occasione del suo insediamento. Anche la retribuzione di Masi stata ridotta del 5% rispetto a quelle dei suoi predecessori.
In particolare, il presidente percepisce 350.000 euro lordi di indennità di carica più 98.000 euro lordi come consigliere; i consiglieri di amministrazione (Guglielmo Rositani, Alessio Gorla, Antonio Verro, Angelo Maria Petroni, Giovanna Bianchi Clerici, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Roldofo de Laurentiis), 98.000 euro lordi più eventuali emolumenti per deleghe istruttorie e il Dg 715.000 euro lordi.
“Accolgo con soddisfazione i primi risultati dell’operazione trasparenza. Mi auguro che dopo i compensi dei vertici Rai ora siano resi noti anche quelli dei conduttori, ha dichiarato il senatore Alessio Butti, capogruppo del Popolo della Libertà in Commissione di Vigilanza Rai.
“In Commissione abbiamo richiesto al relatore che nel contratto di servizio vengano accolti i principi di trasparenza indicati nella risoluzione presentata dal gruppo Pdl a mia prima firma, che prevede la pubblicazione dei costi delle trasmissioni Rai e dei compensi percepiti dai conduttori”.
Intanto continua a destare stupore la notizia di Michele Santoro che lascia la Rai per rientrare nel ruolo di collaboratore esterno e occuparsi docu-fiction, una sua vecchia passione.
La decisione arriva al temine della seduta del Cda che nel pomeriggio ha approvato su proposta di Masi un accordo quadro per “la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dipendente” con il giornalista. L’accordo consensuale, secondo quanto ha spiegato Viale Mazzini, “deve essere implementato attraverso contratti applicativi che saranno messi a punto nei prossimi giorni, prevede la realizzazione di nuovi progetti editoriali che verranno realizzati da Michele Santoro nei prossimi due anni“.
Qui finisce la formalità di un accordo che, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe di svariati milioni di euro in quanto oltre alla dovuta risoluzione consensuale che prevede per legge il pagamento di tre annualità, il contratto dovrebbe essere triennale per la realizzazione di alcune miniserie a prezzi di mercato. Quindi la Rai “continuerà ad avvalersi della collaborazione di Santoro che, in questo modo, avrà la possibilità di sperimentare nuovi generi televisivi attraverso un ulteriore sviluppo del proprio percorso professionale”.
In Cda sono sette i voti a favori e due le astensioni, di Angelo Maria Petroni e Rodolfo De Laurentiis. De Laurentiis, a quanto si apprende, avrebbe espresso in consiglio le sue perplessità sui contenuti e l’urgenza di un’intesa di questo tipo e in questo momento con Santoro. Tra le poche reazioni politiche, quella dell’Udc Roberto Rao, secondo il quale “i telespettatori e tutti gli italiani hanno diritto di sapere subito, senza aspettare altro tempo, con la massima trasparenza e fin nei dettagli, le modalità e i termini economici che hanno portato alla clamorosa decisione della risoluzione consensuale del contratto di lavoro di Santoro con la Rai”.
Finché l’accordo non sarà firmato comunque Michele Santoro non ne spiegherà le ragioni. Lo farà solo dopo, quando probabilmente convocherà una conferenza stampa per chiarire le motivazioni alla base della decisione.
In realtà il giornalista pensava da tempo di tornare alle docu-fiction. Probabilmente lo vedremo su Raitre, vista la disponibilità offerta da Antonio Di Bella ed esplicitata già quando il giornalista venne ospitato da Serena Dandini a Parla con me durante la preparazione di Rai per una Notte. “Questa è stata la tua casa ed’ pronta a esserlo nuovamente“, disse allora il direttore di Rete.