NGN. Bertoluzzo (Vodafone Italia): ‘Serve progetto di ampio respiro’. Romani rinnova l’invito a Telecom a partecipare a tavolo di confronto

di Alessandra Talarico |

Italia


2010: Fibra per l'Italia

Continua il dibattito sullo sviluppo di una rete in fibra ottica che riesca a colmare il gap dell’Italia nel settore della banda larga ultraveloce: sull’argomento è intervenuto stamani, nel corso nel corso del ‘Global business summit 2010’, l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, che ha commentato l’annuncio di Telecom Italia sullo ‘switch off’ della rete in rame a Milano in vista dell’Expo 2015.

“A Milano – aveva detto Franco Bernabè venerdì – ci sono le condizioni per partire perché c’è già un’infrastruttura in fibra ottica che rappresenta circa un terzo dell’investimento necessario”.

“Certo – aveva aggiunto – c’è molto da fare, da trovare i fondi per realizzare gli altri due terzi e trovare con il regolatore le condizioni necessarie perché non ci si limiti a integrare l’infrastruttura esistente con i pezzi mancanti, ma si arrivi a sostituire integralmente la vecchia infrastruttura in rame con una nuova in fibra ottica”.

 

Bertoluzzo ha affermato che il progetto “…è un ottimo passo avanti”, ma ha sottolineato che “darsi l’ambizione per l’Italia di fare solo Milano al 2015 possa essere un po’ poco”. Serve insomma, per il manager, “un progetto di più ampio respiro”, che coinvolga tutti e a cui Vodafone è pronta a ragionare anche col governo.

 

Vodafone è disposta a dare il suo contributo per garantire l’infrastrutturazione della città che ospiterà un “evento importantissimo” come l’Expo ed è pronta anche a collaborare con gli altri operatori, ma – ha detto ancora Bertoluzzo – bisognerebbe evitare modelli di sviluppo “in cui si fanno dei pezzi senza un piano unitario e senza la societarizzazione di questo piano, con sviluppi a Milano in un modo, a Roma in un altro e in Trentino un altro ancora”.

Bisogna, dunque, evitare approcci frammentati e puntare su uno standard comune e un modello di business stabile. Affidare, ad esempio, a una società comune lo sviluppo della fibra, ha affermato ancora l’Ad di Vodafone Italia, “…consente di attrarre nuovo capitale e di accelerare gli investimenti” e – se il progetto fosse portato avanti in modo corretto – permetterebbe altresì di evitare patchwork in cui ogni operatore fa dei pezzi di rete e poi tenta di agganciarli a quelli degli altri senza alcuna logica.

 

La scorsa settimana, Fastweb, Vodafone e Wind hanno presentato il progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’, che prevede investimenti di 2,5 miliardi di euro in 5 anni per dotare 15 grandi città di una rete in fibra ottica FTTH che potrebbe essere estesa a tutti i centri con più di 20.000 abitanti e raggiungere il 50% della popolazione italiana con investimenti complessivi per 8,5 miliardi di euro.

 

Gli operatori ‘alternativi’ hanno invitato tutte la parti interessate – quindi il governo, anche attraverso la Cassa depositi e prestiti, e Telecom Italia – a collaborare per la realizzazione della nuova rete.

Il viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani ha subito accolto l’invito, convocando un tavolo per questa settimana e auspicando nuovamente stamani l’intervento a questo confronto anche di Telecom Italia.

Romani ha affermato di augurarsi che “…tutti gli interlocutori, a partire da Telecom, vogliano partecipare”.

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