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Si complica la battaglia tra Apple e HTC sulla proprietà intellettuale: la società taiwanese, accusata dal gruppo di Steve Jobs di aver usato illecitamente 20 brevetti dell’iPhone nei suoi smartphone, ha infatti presentato una controquerela alla International Trade Commission con la stessa motivazione: Apple avrebbe violato 5 brevetti di sua proprietà, relativi alla gestione della rubrica telefonica e del consumo energetico dei telefonini.
Ne da notizia la stessa HTC in una nota ufficiale, in cui viene sottolineata la richiesta alla ITC di bloccare l’importazione e la vendita di iPhone, iPad e iPod negli Usa.
La posizione di HTC, che nel 2002 ha prodotto il primo Windows Mobile PocketPC Phone Edition e nel 2008 il primo smartphone Android, si evince dalle parole di Jason Mackenzie, vicepresidente per il Nord America: “Crediamo – ha detto – che l’industria dovrebbe essere guidata da una sana competizione e dall’innovazione, per offrire ai consumatori un’esperienza mobile accessibile”.
L’azione contro Apple, ha aggiunto, mira a “proteggere la nostra proprietà intellettuale, i nostri partner commerciali e, soprattutto, i consumatori che scelgono i nostri dispositivi”.
Il gruppo taiwanese lancerà, entro la fine di quest’anno, i primi modelli basati sul nuovo sistema operativo della Microsoft, Windows Phone 7 e, grazie ai cellulari Android, lo scorso anno, è riuscito a risalire la classifica dei produttori di smartphone, piazzandosi 4° posto – dopo Nokia, Research in Motion e Apple – con una quota di mercato del 6,9%, contro il 16% di Apple.
Proprio per questo la causa intentata da Apple contro HTC è stata considerata soprattutto una misura difensiva nei confronti di Google, la cui piattaforma Android è presente negli smartphone prodotti da Samsung, Motorola e vari altri vendor.
Secondo alcune società di ricerca, gli smartphone motorizzati Android nel primo trimestre hanno superato quelli Apple, piazzandosi al secondo posto negli Usa.
Apple è stata querelata anche da Nokia, che l’accusa di aver violato 5 brevetti utilizzati per migliorare la velocità e la trasmissione dei dati, per l’utilizzo dei dati di posizionamento nelle applicazioni, e alcune innovazioni relative alle antenne che permettono di realizzare dispositivi più compatti.
Anche in questo caso, un botta e risposta che potrebbe trascinarsi per anni, visto che le due società si scontrano ormai da diverso tempo sulla proprietà intellettuale, accusandosi a vicenda di violazione dei rispettivi brevetti.