Connectivity Scorecard 2010: l’Italia continua a perdere posizioni nella classifica della ‘connettività utile’

di Alessandra Talarico |

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L’Italia continua a perdere posizioni nella Connectivity Scorecard, lo studio condotto dal professor Leonard Waverman con l’obiettivo di analizzare non solo le infrastrutture ICT nazionali, ma anche l’efficacia del loro utilizzo.

Il nostro Paese è scivolato dalla 19esima alla 22esima posizione, con un punteggio di 4,35, contro i 7,95 punti della Svezia, che guida la classifica. Peggio di noi fanno soltanto Ungheria, Polonia e Grecia.

 

La Connectivity Scorecard valuta in quale misura i governi, le aziende e i consumatori utilizzano le tecnologie di connessione – doppino in rame, fibra ottica, telefonini e Pc – per migliorare la prosperità economica e sociale, la cosiddetta ‘connettività utile’.

Per questo, può capitare che Paesi generalmente considerati all’avanguardia nell’adozione delle tecnologie ICT, come l’Italia, abbiano raggiunto un punteggio modesto.

 

La situazione dell’Italia risulta tuttavia quanto mai grave proprio per il continuo deteriorarsi della performance – nel 2008 eravamo in 12esima posizione – segno sia di una dotazione infrastrutturale insufficiente, sia dello scarso utilizzo delle tecnologie da parte della popolazione, della pubblica amministrazione e delle aziende.

 

L’Italia fa segnare un punteggio molto basso in tutte le categorie analizzate dallo studio – adozione da parte dei cittadini, dei governi e delle aziende di un Paese – tanto da piazzarsi dietro tutti gli altri paesi del G7.

Particolarmente basso tra i cittadini l’uso dei servizi di eBanking e il ricorso all’eCommerce, mentre nelle aziende si nota uno scarso livello di penetrazione sia di server sicuri che di Pc, fattori che indicano una mancanza di sviluppo dell’e-commerce, nonché una scarsa propensione a fare acquisti o a vendere su internet.

 

Anche se i dati dettagliati relativi alle performance 2010 non sono ancora disponibili, già lo scorso anno lo studio sottolineava la ‘debolezza’ del nostro Paese di fronte alle maggiori economie avanzate, definendo ‘moderato’ il livello di adozione delle tecnologie da parte dei cittadini e al di sotto dei livelli minimi di competitività con il resto dell’Europa il punteggio legato all’utilizzo delle tecnologie da parte delle pubbliche amministrazioni. Figuriamoci quest’anno che abbiamo perso altre tre posizioni rispetto alle rilevazioni 2009.

 

E, mentre il ministro per la PA e l’Innovazione nella Renato Brunetta annuncia la disponibilità di altri 10 milioni di euro – su uno stanziamento totale di 20 milioni – per i giovani che vogliono attivare un collegamento a banda larga, Giuseppe Donagemma, responsabile della divisione Europa per Nokia Siemens Networks (che ha commissionato lo studio) sottolinea come il gap registrato dall’Italia dovrebbe “far riflettere e spingere un’azione congiunta di tutto il sistema Paese, che non tralasci anche una decisa azione di alfabetizzazione digitale”.

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