Europa
Le tecnologie digitali stanno radicalmente trasformando il nostro modo di vivere, lavorare e interagire e la loro diffusione è un processo spontaneo di innovazione e di trasformazione. Eppure, in Europa, sussistono condizioni normative e sociali che ne limitano velocità e portata, vanificando i benefici dell’economia digitale.
È quanto emerge dal rapporto “A new strategy for the single market“, presentato da Mario Monti con l’obiettivo di delineare alla Commissione la strategia per il rilancio del mercato unico.
Secondo Monti, l’Europa si muove a una velocità minore di quella degli Stati Uniti a causa dei diversi ostacoli che riducono la capacità di innovare e creare valore aggiunto nel settore digitale. Tra gli ostacoli individuati da Monti – membro della Commissione tra il 1995 e il 1999 in qualità di responsabile del Mercato interno, Servizi finanziari e Politica fiscale, e dal 1999 al 2004 come commissario alla concorrenza – la frammentazione dei mercati online, l’inadeguata legislazione sulla proprietà intellettuale, la mancanza di interoperabilità, nonché di infrastrutture trasmissive ad alta velocità, di fiducia e di competenze digitali.
Molti di questi ostacoli sono riconducibili a una causa comune, che Monti ha individuato nella mancanza di un mercato unico digitale. Una carenza, questa, che costa non poco all’Europa: secondo un recente studio, la Ue potrebbe guadagnare il 4% del PIL accelerando lo sviluppo del mercato unico digitale entro il 2020. Una percentuale che corrisponde a una plusvalenza di 500 miliardi di euro, il che vuol dire che il mercato unico digitale da solo potrebbe avere un impatto simile al programma del mercato interno del 1992.
La strategia Europe 2020 riconosce l’enorme opportunità dell’Europa digitale, ma secondo Monti è quanto mai urgente rimuovere le troppe strozzature che attualmente ne ostacolano lo sviluppo, prima fra tutte, l’eccessiva frammentazione dei servizi e delle infrastrutture di telecomunicazione, che determina numerosi effetti negativi: agevola la creazione di potere di mercato, impedisce agli operatori di realizzare economie di scala, rallenta gli investimenti in nuove infrastrutture e servizi, riduce il potenziale di crescita e ostacola la competitività globale dell’Europa.
“L’attuale quadro normativo europeo è stato fondamentale per l’apertura del mercato ma non ha ancora creato uno spazio normativo unico per le comunicazioni elettroniche”, afferma quindi Monti, sottolineando che per creare un vero mercato unico è necessario innanzitutto rafforzare la supervisione regolamentare a livello europeo e quindi introdurre un sistema pan-europeo per l’assegnazione e la gestione delle licenze e delle frequenze.
“La Commissione – ha affermato ancora Monti – dovrebbe avviare una revisione profonda del settore delle telecomunicazioni, al fine di presentare le proposte necessarie per creare un mercato europeo integrato per le comunicazioni elettroniche”.
Nel suo rapporto – commissionato dalla Commissione nell’ottobre del 2009 – Monti sottolinea anche l’importanza dell’eCommerce.
La percentuale di consumatori europei che hanno acquistato beni o servizi via Internet nel corso degli ultimi 12 mesi è aumentata dal 20% nel 2004 al 37% nel 2009. Anche in questo caso, tuttavia, pesa l’eccessiva frammentazione dei mercati e la persistenza di numerosi ostacoli agli scambi transfrontalieri, sia per i consumatori che per i commercianti. I primi, spesso, non riescono a portare a termine una transazione online effettuata in un paese diverso dal proprio o rinunciano per i timori legati alla riservatezza dei dati, mentre per i secondi, i principali ostacoli normativi riguardano le differenze delle norme nazionali a tutela dei consumatori e di altre normative come quelle sull’IVA o il riciclaggio.
“Queste differenze creano un ambiente complesso e imprevedibile per le imprese e portano a una riluttanza da parte dei commercianti, in particolare le PMI, a prendere in considerazione la vendita transfrontaliera”, ha detto ancora Monti, sottolineando come la Ue debba “…affrontare urgentemente gli ostacoli alla creazione di un mercato online pan-europeo entro il 2012”.
“La complessità e la mancanza di trasparenza riguardo il diritto d’autore crea un ambiente sfavorevole al business”, afferma ancora Monti. E’ urgente, quindi, “sviluppare norme europee sul diritto d’autore e la gestione dei contenuti”.
Il regime normativo deve anche assicurare le condizioni per lo sviluppo dei contenuti digitali e dei mercati televisivi affrontando il problema della concessione delle licenze e dei diritti di concessione.
“Un quadro chiaro e prevedibile per le opere orfane aiuterebbe inoltre a sfruttare un importante potenziale fin qui rimasto inutilizzato”, ha affermato Monti, sollecitando la messa in opera di soluzioni uniformi e tecnologicamente neutrali per stimolare la creatività e aiutare i fornitori di contenuti e i broadcaster e garantire maggiore scelta ai cittadini.
“Tali soluzioni – ha aggiunto Monti – devono preservare la libertà contrattuale degli aventi diritto di limitare le loro licenze ad alcuni territori e di stabilire contrattualmente il livello dei canoni delle licenze”.
Il mercato unico online deve, insomma, diventare “il principale motore dell’agenda digitale europea e della trasformazione dell’Europa in una economia digitale”, ha concluso Monti.
Il Rapporto ‘A New Strategy for The Single Market‘