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Il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, ha fissato per lunedì prossimo il termine per la presentazione degli emendamenti al nuovo Schema di Contratto di servizio 2010-2012 tra ministero dello Sviluppo economico e la Rai, per martedì la discussione generale sul parere non vincolante e da mercoledì in poi le votazioni.
Il punto più controverso di questo Schema è la diffusione dell’offerta Rai sulle varie piattaforme. Il timore dell’opposizione è che l’offerta della Rai resti di fatto limitata al digitale terrestre, favorendo la crescita della concorrenza.
Nella seduta di ieri, il relatore Roberto Rao (Udc), accogliendo rilievi di entrambi gli schieramenti, ha espresso parere favorevole sullo schema di contratto proponendo alcuni emendamenti. Tra questi la modifica all’articolo 5, nella parte in cui prevede che “la Rai promuove il digitale terrestre inteso come piattaforma universale“.
“Perché ridurre il digitale solo al terrestre? – si è chiesto Rao – Occorre eliminare l’aggettivo terrestre per garantire la diffusione anche sul satellitare”.
Dello stesso tenore gli emendamenti al Capo IV sulle piattaforme tecnologiche.
“La Rai ha già espresso la sua contrarietà ai nostri rilievi – ha aggiunto Rao – In sostanza, il punto in discussione è la norma secondo cui la Rai non è obbligata a stare sulle altre piattaforme se è già sul satellite, cosa che è stata realizzata con Tivù Sat. Noi chiediamo una diffusione capillare della tv pubblica“.
Tra le altre modifiche proposte, ci sono quelle alle norme sulla qualità dell’offerta televisiva nelle quali si chiede alla Rai di “operare un monitoraggio, con produzione di idonea reportistica semestrale, che consenta di controllare il rispetto di quanto previsto dal Contratto di servizio”.
Si chiede inoltre alla Rai di adottare un adeguato sistema di contrasto alle forme di pubblicità occulta e di segnalare sullo schermo i programmi di pubblico servizio.
In tema di minori, si propone la realizzazione di un telegiornale dedicato ai più piccoli e l’inserimento di bollini che indichino se la visione è adatta solo agli adulti o meno.
In tema di canone, infine, Rao ha rilanciato la proposta di estendere il pagamento anche ai possessori di pc, pur non presentando un emendamento in tal senso: “Il vero problema del contratto di servizio è che finisce con l’essere disapplicato. Mancano sanzioni. Occorre invece spingere la Rai ad applicarlo anche attraverso il controllo della commissione paritetica prevista dal nuovo contratto. Questa però non può essere composta solo da membri del governo e dell’azienda. Per garantire maggiore imparzialità, devono farne parte anche rappresentati della Vigilanza e dell’Agcom”.
Aggiornando i lavori, il presidente Zavoli ha chiesto di trovare una sintesi tra le varie proposte in modo tale da “favorire il recepimento delle istanze della Commissione“.
Il presidente s’è poi detto rammaricato “dell’aspetto effimero” del lavoro della Vigilanza, anche rispetto alle competenze dell’Agcom: “Siamo consapevoli di non avere poteri vincolanti, per questo dobbiamo lavorare in modo tale da acquistare autorevolezza“.
Zavoli ha quindi sottolineato la necessità di “operare una sintesi per favorire il recepimento delle nostre istanze. Da parte del governo, che ha la sua funzione e i suoi diritti, ma soprattutto da parte della Rai”.
Concludendo ha quindi suggerito per mantenere la credibilità che “storicamente appartiene a questa Commissione, occorre privilegiare il rapporto con l’azienda. Viale Mazzini deve trovare nel contratto di servizio buone ragioni per adottarlo ed applicarlo realmente”.
La necessità di assicurare la trasparenza nella formalizzazione di costi e spese sostenuti a qualsiasi titolo dal servizio pubblico radiotelevisivo è invece stata al centro dell’incontro tra il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, e il direttore generale della Rai, Mauro Masi.
Il direttore generale ha convenuto col ministro “sull’opportunità di applicare anche alla Rai la disciplina dettata in materia per le pubbliche amministrazioni, anche tenendo conto degli atti di indirizzo che la Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi si appresta a deliberare“.
Masi ha anche annunciato che riferirà al Cda dell’azienda sulla disciplina specifica non appena questa verrà predisposta.