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Sky Italia: profitti in calo per la pay tv di Murdoch, nell’occhio del ciclone per la richiesta di anticipare l’ingresso nella Dtt

Italia


I profitti trimestrali di News Corp hanno superato le previsioni grazie al successo del film in 3DAvatar” e alla forza di reti tv via cavo ma i titoli della conglomerata del settore media sono caduti del 4% dopo che le sue previsioni hanno contrariato alcuni investitori.

 

L’azienda controllata da Rupert Murdoch ha detto che il suo utile operativo scenderà nel trimestre di giugno visto che lancerà meno film dello stesso trimestre dello scorso anno.

Prevedendo inoltre costi di programmazione più alti e meno profitti dalle reti di Fox Broadcasting.

 

News Corp ha alzato la previsione di crescita del suo utile operativo fiscale del 2010 a”sopra i 20” punti percentuali dalla previsione precedente che era nella gamma “sotto il 20%” ma alcuni investitori speravano in una crescita ancora maggiore, dicono gli analisti.

“Questo è stato forse meno di quel che gli investitori cercavano in base ai risultati iniziali ed alle aspettative”, ha detto David Joyce, analista a Miller Tabak.

News Corp comprende le emittenti Fox e reti via cavo, gli studios Twentieth Century Fox e quotidiani tra cui The Wall Street Journal and The Sun.

 

La controllata italiana Sky nel terzo trimestre fiscale, concluso il 31 marzo, ha riportato un utile operativo di 35 milioni di dollari, in calo di 28 milioni dai 63 milioni di un anno fa.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il giro d’affari in valuta locale è calato del 3% a causa del ribasso degli introiti derivati dagli abbonamenti. I costi complessivi, sempre in valuta locale, sono rimasti sostanzialmente invariati: i maggiori costi di programmazione sportiva collegati alle Olimpiadi sono stati bilanciati da una riduzione di quelli relativi alla programmazione di base e agli abbonamenti. Alla fine del trimestre, la base di abbonamenti (4,7 milioni) è calata di 39.000 unità rispetto al precedente trimestre (i 118.000 nuovi abbonamenti sono stati bilanciati dalle cancellazioni di contratti esistenti).

 

Utili in calo e polemiche perla pay Tval centro del dibattito europeo per aver chiesto all’Antitrust Ue di anticipare i termini per il suo ingresso nel digitale terrestre, fissati al 2011 al momento della fusione tra Stream e TelePiù.

La V Conferenza nazionale sulla Tv digitale terrestre, organizzata da DGTVi, è stata occasione di un acceso confronto sull’argomento e soprattutto di presa di posizione di tanti operatori contro l’eventuale decisione della Ue di autorizzare l’ingresso anticipato.

 

Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, ha risposto alle dichiarazioni del presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, che tra l’altro ha chiesto a Bruxelles dei “paletti” per l’azienda di Murdoch.

“Ho appreso che, durante una conferenza dedicata al digitale terrestre, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il presidente di DGTVi, Andrea Ambrogetti, hanno parlato molto di Sky. Gli sono grato perché questo conferma quanto sia centrale il ruolo che Sky ha svolto, e continuerà a svolgere, nella crescita del mercato televisivo italiano sia in termini di offerta per il pubblico che di concorrenza tra operatori”.

 

“Mi permetto, però, – ha aggiunto – una breve riflessione: quando il mio amico Confalonieri fa riferimento all’investimento di 800 milioni di euro immagino parli di soldi della sua azienda e non delle centinaia di milioni di euro dei contribuenti italiani spesi in questi anni per sostenere il passaggio al digitale terrestre attraverso sovvenzioni pubbliche, contributi alla comunicazione, ai decoder, ecc. Denaro di tutti speso con una promessa: accrescere l’offerta e la scelta disponibile per i cittadini, in parole povere, far entrare nuovi operatori nel mercato… che non mi pare sia quello che vuole il Presidente di DGTVi visto che oggi ha detto che ‘adesso che l’Italia è digitale, nessuno si illuda di presentarsi pretendendo di accedere a questo sistema’”.

 

Ieri Ambrogetti, presentando la Relazione annuale di DGTVI, ha chiaramente detto, riportando una posizione largamente condivisa dai broadcaster italiani emersa dalla consultazione della Ue: “Adesso che il duro lavoro è stato fatto adesso che l’Italia è digitale, che nessuno si illuda di presentarsi pretendendo di accedere a questo sistema e di godere, per di più gratis, dei benefici che altri, con investimenti ingenti e per lunghi anni, hanno costruito. Lo abbiamo detto a Bruxelles e lo ripetiamo: competizione e concorrenza sì, ma a parità di regole e di condizioni”.

E poi rivolto direttamente alla Ue ha chiesto: “Ma lo sa la Commissione Europea che mentre autorizza il monopolista pay a effettuare offerte free sul digitale terrestre è vietato a TivùSat di fare offerte pay sul satellite?

E’ consapevole il commissario per la Concorrenza che le sue decisioni rischiano di snaturare completamente la gara per l’assegnazione delle frequenze che la stessa Europa ha voluto discriminando i piccoli e i nuovi operatori e proprio in nome dell’apertura del mercato consegnarle invece clamorosamente ad un monopolista?”.

“Ci batteremo e continueremo a farlo – ha concluso – perché nessuno possa accedere all’attribuzione di frequenze senza rispettare gli investimenti realizzati da tutti’.

 

Ha rincarato la dose il viceministro Paolo Romani, indicando che “…se un gruppo monopolista sul satellite e quasi monopolista della tv a pagamento pretende di partecipare a un beauty contest, senza una gara economica, praticamente ha già vinto: si vince facile così”.

Romani ha quindi ricordato come tutti gli operatori italiani, “…perfino Francesco Di Stefano , patron di Europa 7, nostro nemico storico e amico di Di Pietro”, si sono detti contrari allo sbarco anticipato di Sky sul Dtt nel ‘market test’ avviato dal Commissario europeo alla Concorrenza Joaquin Almunia. E ha definito “scellerato” il servizio di Ballarò sulla vicenda che “…ha sostenuto che il governo sia andato in Europa a difendere le ragioni di Mediaset: siamo andati a difendere l’Italia”.

“Siamo in attesa del responso e siamo sicuri – ha concluso il viceministro – che Almunia sta osservando con grande attenzione le risposte venute dal mercato italiano’.

 

Per Confalonieri, “…è l’Antitrust europeo che deve vigilare sulle richieste di Sky di entrare nella piattaforma del digitale terrestre prima dei termini consentiti”.

“Quelli di Sky fanno il loro mestiere, cercando di opporsi alla concorrenza – ha spiegato Confalonieri – vogliono un po’ di cose al di là di quello che è giusto. Loro hanno una piattaforma chiusa, mentre la piattaforma del digitale terrestre è aperta a tutti. Quelli di Sky vorrebbero entrare da questa parte, ma è chiaro che poi ci devono essere i regolatori che devono fare i vigili”.

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