Italia
Fra il 18 maggio e il 20 dicembre prossimo abbandoneranno definitivamente i segnali televisivi analogici per passare al digitale terrestre la Lombardia, il Piemonte Orientale, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e
Questi alcuni dei numeri sulla diffusione della televisione digitale terrestre in Italia presentati da Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi, nel suo intervento alla V Conferenza nazionale sulla tv digitale terrestre, tenutasi oggi a Milano.
Da gennaio
“Un anno fa – ha infatti commentato il presidente di DGTVi – erano 8 milioni le famiglie con digitale terrestre, ora sono oltre 16 milioni: un aumento del 100%. All’inizio dell’anno scorso le famiglie interamente digitalizzate erano 700 mila e cioè la popolazione residente in Sardegna”.
Per quanto riguarda gli ascolti, cioè quanto del tempo passato davanti alla televisione in Italia viene consumato attraverso il digitale terrestre, “…se a gennaio dello scorso anno si era al 5% oggi si è superato il 35%. Un aumento del 700%”, ha continuato Ambrogetti.
“La vecchia tv analogica ormai ha meno consumo della tv digitale nel suo complesso e il digitale terrestre ha ascolti che sono oltre il doppio del satellite. Il digitale terrestre si è quindi confermato come la naturale evoluzione della tv analogica”.
Molto dura la posizione di Ambrogetti sul caso Sky, che vorrebbe entrare sul mercato della Dtt prima della scadenza del 2011 stabilita dalla Ue ai tempi della fusione tra Stream e TelePiù.
“Non tollereremo regali”, ha detto senza mezzi termini l presidente di DGTVi.
Anche il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha ribadito la contrarietà del governo alla partecipazione di Sky all’imminente gara per le nuove reti digitali.
“Adesso che il duro lavoro è stato fatto – ha avvertito Ambrogetti – adesso che l’Italia è digitale, che nessuno si illuda di presentarsi pretendendo di accedere a questo sistema e di godere, per di più gratis, dei benefici che altri, con investimenti ingenti e per lunghi anni, hanno costruito. Lo abbiamo detto a Bruxelles e lo ripetiamo: competizione e concorrenza sì, ma a parità di regole e di condizioni”.
Rincara la dose il viceministro, indicando che “…se un gruppo monopolista sul satellite e quasi monopolista della tv a pagamento pretende di partecipare a un beauty contest, senza una gara economica, praticamente ha già vinto: si vince facile così”.
Romani ha quindi ricordato come tutti gli operatori italiani, “…perfino
“Siamo in attesa del responso e siamo sicuri – ha concluso il viceministro – che Almunia sta osservando con grande attenzione le risposte venute dal mercato italiano’.
Ma intanto altre battaglie si combattono sul fronte del digitale terrestre. Quella per l’ordinamento automatico dei canali sul telecomando: si attende un segnale dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni e Romani ha avvertito che le emittenti ‘disobbedienti’ pagheranno.
“Sarà l’Autorità a stabilire le regole, ma certo è che si prevede una sanzione secca: le emittenti che non dovessero adeguarsi entro una settimana perderebbero l’autorizzazione a trasmettere“.
E poi quella del piano nazionale per le frequenze al quale lavora l’Agcom e che il viceministro ha giudicato “un po’ teorico e privo di attinenza con il territorio”. La via suggerita, piuttosto, è quella della concertazione tra Autorità, ministero e operatori che finora ha dato i suoi frutti ‘senza fare morti e feriti’.
“Finora – ha detto Romani – ci siamo messi attorno a un tavolo e il 30% del Paese è passato al digitale con pochi danni e pochissimi ricorsi. Insomma, tutto ha funzionato al meglio e io mi sono assunto l’onere del coordinamento internazionale delle frequenze con l’Europa. Con Autorità e operatori dobbiamo metterci d’accordo e calarci nella realtà dei problemi’.
Romani ha anche definito “intollerabile” il mancato utilizzo efficiente dei multiplex: “A Roma, Torino, Trento, Bolzano e Cagliari, fatti salvi i sei multiplex nazionali che trasmettono la pay e la presenza di sei canali per ogni multiplex, l’uso efficiente dello spettro è di 4.3 canali, cioè il 71.77%. E con le tv locali va peggio: siamo a 3.3 canali utilizzati in modo efficiente, il 54.18%’.
In prospettiva, comunque, l’addio definitivo alla tv analogica in tutta Italia potrebbe scattare entro il 2011.
Ambrogetti ha chiesto “…formalmente al viceministro Paolo Romani di rivedere da subito il calendario del
Pronta la risposta del viceministro: ‘Dobbiamo concordarlo con i governatori di Calabria, Sicilia, Umbria e Toscana. Ma è un obiettivo possibile’.
Renato Brunetta, Ministro per
Questo significa per
Brunetta ha poi sottolineato che “…non sono necessari grandi investimenti, solo quelli già in essere”. Ci vuole però “fantasia nei contenuti, la PA deve fornire contenuti alle famiglie”.
Il ministro ha quindi spiegato di voler “eliminare tutta la carta entro tre anni. Aspetto il primo veicolo di legge – ha detto – per obbligare le pubbliche amministrazioni a comunicare fra loro senza carta”.