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Anche la Rai deve pensare ad avviare una pay tv. Lo ha affermato il presidente dell’emittente pubblica, Paolo Garimberti, in un dibattito con il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, durante la V Conferenza nazionale sul digitale terrestre di DGTVi.
“La pay tv per la Rai non è una bestemmia – ha detto Garimberti sollecitato da Bruno Vespa, che moderava il dibattito della Tavola rotonda – ci dobbiamo pensare, per essere competitivi a 360 gradi“.
Pronta la risposta di Confalonieri: “Ma visto che si paga il canone, la Rai è già un po’ una pay tv”.
Argomento di punta anche l’evasione del canone, su cui tante volte è tornato il presidente Rai. Stavolta a parlare è Vespa che ha suggerito a Mediaset di fare la campagna per il canone Rai.
E il presidente della Tv di Cologno Monzese ha subito raccolto l’invito, a patto però che la Rai “faccia un canale dedicato alla musica“.
“Abbiamo siglato il patto del Dal Verme”, ha chiosato il presidente della Rai.
Garimberti ha ripetuto ancora una volta l’invito al Parlamento ad agire contro l’evasione.
‘La raccolta pubblicitaria comincia a dare qualche segno di ripresa – ha detto – ma a parte questo, noi non contiamo sulla raccolta pubblicitaria. Naturalmente è vero che i conti sono in difficoltà in questo momento, ma noi contiamo sul fatto che prima o poi il Parlamento ci aiuti a fare quello che noi vorremmo facesse, cioè recuperare il canone evaso, che è tantissimo’.
“Per noi – ha concluso – sarebbe più che sufficiente non solo per andare in attivo ma per avere una grande quantità di soldi da investire”.
Rilanciando la richiesta del presidente Garimberti, Vespa ha rivolto un appello innanzi tutto al governo, rappresentato in sala dal viceministro Paolo Romani: “Ci chiedete di fare il servizio pubblico, metteteci in condizione di farlo: mettiamo fine alla vergogna dell’evasione, dateci una mano“.
Passaggio di Garimberti anche su Sky, al centro del dibattito per la richiesta alla Ue di entrare nel mercato del digitale terrestre prima del 2011, temine fissato dall’Antitrust europeo ai tempi della fusione tra Stream e TelePiù.
“In questo momento – ha sottolineato il presidente Rai – non vediamo Sky come competitor sul digitale’.
“La richiesta da parte di Murdoch c’è stata, ma noi – ha puntualizzato – non abbiamo nulla da temere perché la nostra offerta è valida”.
Garimberti s’è anche soffermato a parlare della creazione di un centro di produzione televisivo Rai al Nord Italia, affermando che si tratta di “un’ipotesi suggestiva” che verrà valutata “con attenzione” ma “serve tenere un occhio ai conti e l’altro alle prospettive industriali”.
“Abbiamo avuto incontri sul tema: una Saxa Rubra del nord è un’idea che può piacere ma bisogna tenere conto delle condizioni economiche generali della Rai e avere certezza sui fondi da investire su un’operazione che sarebbe molto onerosa anche nell’ipotesi di una dismissione della sede di corso Sempione” a Milano.
E poi, alle richieste della Lega Nord che vorrebbe il nuovo canale del digitale terrestre Rai 5 come una rete di riferimento del nord, ha risposto: sarà un canale “italo-centrico e non nord-centrico”.
“Rai 5 non ha ancora un direttore e nessuno ha deciso che vocazione avrà. Per ora ha una destinazione molto generica di canale culturale. Ognuno ha la sua visione di come si declina un canale culturale. Io ho la mia e non è nord-centrica, ma italo-centrica. E’ chiaro, però, che in prospettiva Rai 5 potrà diventare uno dei canali di riferimento di Expo 2015”.
La Rai s’è presentata all’appuntamento del 2010 con un’offerta di tredici canali, generalisti e tematici, lancia l’alta definizione in occasione dei Mondiali e festeggiato i risultati Auditel raggiunti nelle aree all digital nei primi quattro mesi dell’anno: il 46% nella fascia di prime time e al 44% nelle 24 ore.
Dalla Rai, però, arriva anche una richiesta precisa all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni: ‘E’ necessario – ha detto il vicedirettore generale Giancarlo Leone – che il piano nazionale di assegnazione delle frequenze superi l’interminabile fase consultiva per materializzarsi in qualcosa di concreto e di realizzabile. O almeno si proceda a uno stralcio per le aree interessate quest’anno dallo switch-off’“.
Altro punto dolente, il telecomando. Tutti aspettano che l’AGCOM dia le indicazioni definitive sull’ordinamento automatico dei canali, al termine della consultazione pubblica in corso con gli operatori. Un fronte che vede le tv radicate sul territorio in subbuglio, specie in alcune regioni, dove temono di perdere posizioni di privilegio acquisite negli anni e in particolare di essere ‘espulse’ dai primi numeri.
Alla Conferenza di DGTVi, anche La7 ha presentato le proprie novità. Marco Ghigliani, direttore generale di Telecom Italia Media, ha annunciato La7 on demand, il nuovo canale che partirà entro fine maggio: la tv via internet sbarca sul digitale terrestre e si vede sul televisore di casa, purché si posseggano un apparecchio o un decoder con l’apposito bollino ‘gold’ e una connessione a banda larga.
La7 On Demand permetterà di rivedere gli ultimi sette giorni del palinsesto o l’archivio cult dei programmi di La7.
“Dopo aver lanciato la catch up tv nel dicembre scorso – ha spiegato Ghigliani – e il nuovo canale La7d, siamo al lavoro per questo nuovo ed esclusivo servizio”.
Il servizio sarà completamente gratuito perché sostenuto dalla stessa pubblicità inserita nel sito, con spot dalla durata massima di 15-20 secondi. Quanto a La7d, ‘sono previsti presto in programmazione nuovi contenuti in esclusiva per l’Italia, come il talk americano The Oprah Winfrey show e il Dr. OZ Show’, ha concluso Ghigliani.
Per quanto riguarda MTV Italia, invece, a partire dal 17 maggio sul digitale terrestre ci sarà un nuovo canale: MTV+, dedicato alla musica e all’intrattenimento, visibile ai numeri 49 e 109.