Unione Europea
Nel corso dell’ultimo decennio il nostro modo di comunicare è cambiato radicalmente: trascorriamo online sempre più tempo e in rete continuiamo a pubblicare una miriade di informazioni personali e di lavoro che ci rendono molto vulnerabili di fronte a chi vuole sfruttare questi dati per guadagnare soldi.
I servizi online sono sempre più numerosi: ci consentono di sbrigare incombenze amministrative, di pagare le bollette, di trovare l’anima gemella o semplicemente di fare due chiacchiere con una amico lontano. Per questo, ci attendiamo che le reti cui affidiamo ormai gran parte delle nostre attività quotidiane siano sicure.
Purtroppo, infatti, le reti di comunicazione sono bersagliate da attacchi di portata più o meno ampia che, rispetto al passato, non mirano più a renderne celebri gli autori – spesso e volentieri arruolati come ‘esperti in sicurezza’ dalle grandi aziende – quanto a rubare informazioni di ogni tipo, diventate ormai oro per i trafficanti di dati.
Per sollecitare l’Europa a investire di più sulla sicurezza delle reti, l’agenzia Enisa – che si occupa proprio di questo – ha pubblicato un nuovo studio, contenente indicazioni sul futuro della ricerca in ambito di sicurezza IT.
Il rapporto si concentra, in particolare, su 5 aree: il cloud computing; i sistemi di rilevamento e diagnosi in tempo reale; le reti wireless del futuro; le reti di sensori e l’integrità della catena logistica.
In queste aree si dovrebbero concentrare gli sforzi della ricerca, per garantire il perfetto funzionamento dei network che stanno alla base della società digitale e l’affidabilità di un ambiente in cui i componenti dei servizi e delle infrastrutture devono cooperare per far funzionare servizi sempre più interdipendenti.
La resistenza delle reti è alla base della strategia Eu 2020 e della Digital Agenda, che pone le fondamenta del futuro digitale dell’Europa. Punti focali del piano sono: banda larga a 1Mb per tutti entro il 2013, rimozione degli ostacoli che bloccano gli accordi commerciali transfrontalieri e la realizzazione di una legislazione comune contro la pirateria.
Identificando i bisogni dell’industria, i nuovi trend e il loro impatto sui decision-maker e gli istituti di ricerca, “…il rapporto – ha sottolineato il direttore esecutivo di Enisa Udo Helmbrecht – offre una prima indicazione di quali dovrebbero essere secondo noi le priorità della ricerca nell’ambito della sicurezza IT”, nei prossimo 3-5 anni.
Leggi il rapporto.