Videosorveglianza: soddisfazione dei consumatori per il nuovo giro di vite del Garante, ma ancora irrisolto il nodo dei dati del traffico telefonico

di Alessandra Talarico |

Italia


Videocontrollo

È stato accolto con favore dalle associazioni dei consumatori il nuovo giro di vite sui sistemi di videosorveglianza che, troppo spesso, non rispettano le garanzie per la libertà delle persone. Il Garante privacy ha emanato ieri nuove regole che dovranno essere seguite dai soggetti pubblici e privati che decidono installare telecamere e sistemi di videosorveglianza, al fine di informare meglio i cittadini sulla loro presenza e le loro implicazioni per la privacy.

 

In sostanza, in base al nuovo provvedimento, i cittadini che si trovino in aree video sorvegliate dovranno essere informati con appositi cartelli, in particolare quando le telecamere installate da soggetti pubblici o privati siano in collegamento con le forze dell’ordine. Esulano dal provvedimento, ha specificato il Garante, le telecamere istallate a fini di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

 

Adoc ha parlato di un provvedimento “giusto e atteso”, ma ha anche sottolineato che resta ancora irrisolto il nodo della conservazione dei dati del traffico telefonico e telematico.

Le novità sono state introdotte dal Garante per adeguare le vecchie norme del 2004 al proliferare di sistemi di videosorveglianza per diverse finalità (prevenzione accertamento e repressione dei reati, sicurezza pubblica, tutela della proprietà privata, controllo stradale etc.), ma anche, ha sottolineato il Garante Privacy, “…in considerazione dei numerosi interventi legislativi adottati in materia: tra questi, quelli più recenti che hanno attribuito ai sindaci e ai comuni specifiche competenze in materia di incolumità pubblica e di sicurezza urbana, così come le norme, anche regionali, che hanno incentivato l’uso di telecamere”.

 

Adoc un intervento giusto e auspicato da tempo, ma rimane irrisolto il problema della conservazione dei dati, sia telefonici che telematici: le norme messe a punto dal Garante fissano infatti dei paletti per la conservazione delle immagini: possono essere conservate per periodo limitato e fino ad un massimo di 24 ore eccetto che per particolari esigenze legate a indagini e per attività particolarmente rischiose per le quali è consentito un tempo massimo di conservazione non superiore a una settimana.

 

Sono inoltre previste specifiche garanzie per i sistemi di videosorveglianza “intelligenti”, dotati, cioè, di software che permettono l’associazione di immagini a dati biometrici o in grado, ad esempio, di riprendere e registrare automaticamente comportamenti o eventi anomali e segnalarli. Per questi è obbligatoria la verifica preliminare del Garante.

Nuove norme anche per gli autovelox, che potranno riprendere solo la targa del veicolo. Le immagini relative a un’eventuale infrazione, inoltre, non devono essere inviate a casa dell’intestatario del veicolo.

 

Per Carlo Pileri, di Adoc, rimane senza risposta il problema della conservazione dei dati telefonici e telematici, per i quali “…vi sono troppe norme in deroga e troppe intrusioni nella privacy dei cittadini”.

 

“I gestori possono conservare i nostri dati relativi ai movimenti telefonici per 8 anni e 4 per i dati telematici. Così – ha aggiunto Pileri – ci troviamo ad essere 60 milioni di italiani sotto controllo e senza privacy. Non è un buon servizio per la democrazia ed è la premessa agli abusi sulla violazione della corrispondenza e delle telefonate, che lo stesso Governo ha più volte detto di voler chiarire anche con nuove norme che noi attendiamo e auspichiamo”.

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