Italia
Si è svolto questa mattina alla presenza del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia, dei senatori Antonino Caruso e Gian Carlo Sangalli della Commissione Industria del Senato e delle principali Associazioni e Federazioni del settore della Proprietà Intellettuale impegnati nella lotta alla pirateria e alla contraffazione, il convegno “Come Combattere la Pirateria – La difesa della Proprietà Intellettuale negli Enti e nelle imprese ai sensi della 231/01 e delle modifiche introdotte dalla Legge 99/2009” promosso dall’Università Luiss Guido Carli e da Microsoft Italia.
Primo importante momento di confronto sulle novità in materia di difesa della Proprietà Intellettuale subito dopo l’approvazione della Legge Sviluppo (Legge 23 luglio 2009, n. 99) con la quale si prevede l’estensione degli strumenti di tutela della Legge 231 anche alla protezione della proprietà intellettuale e industriale nell’ambito degli enti dotati di personalità giuridiche e non (aziende e associazionismo). Tale modifica – approvata e sostenuta in maniera bipartisan in Parlamento – rappresenta un nuovo importante strumento di contrasto contro la pirateria e la contraffazione.
Saglia ha ricordato che “Il Governo, su indicazione del Ministero dello Sviluppo Economico ha espresso parere favorevole alla modifica della legge 231/01 che se concretizzata nel Decreto Sviluppo e introduce queste nuove fattispecie di reato. Continueremo a lavorare affinché si riduca il tasso della pirateria anche in Italia e venga valorizzato il Made In Italy, tutelando il valore del lavoro e dell’ingegno”.
Per il Sottosegretario, che è anche presidente del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, è quindi “importante lavorare insieme alle imprese e alle associazioni di categoria per combattere il dilagare della pirateria e contrastare il fenomeno della contraffazione e dell’illegalità e per far capire che questi fenomeni danneggiano le imprese italiane. I consumatori devono comprendere che quando commettono un abuso simile in realtà commettono un reato che danneggia lavoratori e imprese’.
Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia, ha sottolineato la necessità di “avviare un tavolo tecnico con le associazioni (dalla musica al cinema, non solo in ambito informatico) per trovare un comune denominatore nella lotta all’illegalità”.
“L’incontro di oggi – ha commentato Jovane – è un punto di arrivo a fronte di una serie di impegni volti a sostenere la proprietà intellettuale, il cui valore è fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione del nostro Paese. Ma è anche un punto di partenza. Con il contributo di tutte le parti interessate sarà possibile infatti continuare a lavorare per accrescere la consapevolezza dei danni causati dalla pirateria e dalla contraffazione e favorire comportamenti corretti“.
Nonostante un buon impianto normativo, l’Italia resta tra i principali Paesi con i tassi di pirateria e contraffazione più alti. A titolo di esempio, lo scorso anno, la pirateria del software registrava tassi pari al 48% rispetto ad una media europea del 35%.
Dati recentemente confermati anche da uno Studio della società indipendente Tera Consultants sui risvolti drammatici della pirateria digitale sull’economia del lavoro, che ha disegnato un quadro molto difficile.
Nel 2008, le industrie creative dell’Unione Europea, cinema, musica, televisione e software, hanno offerto un contributo pari al 6,9% o a circa 860 miliardi di euro al totale del PIL europeo, con una quota del 6,5% dell’occupazione totale dell’UE, pari a circa 14 milioni di lavoratori.
Sempre nel
Sulla base delle attuali proiezioni e in assenza di cambiamenti significativi nella politica del settore, le industrie creative dell’Unione Europea potrebbero subire entro il 2015 perdite pari a 240 miliardi di euro e 1,2 milioni di posti di lavoro in meno.
Per Microsoft Italia, rispetto alla criticità del fenomeno è sempre più necessaria la promozione di un dialogo costante e proficuo con tutti gli attori interessati da questo problema, ovvero le Associazioni di categoria e gli ordini professionali in primis ma anche le Istituzioni e il mondo universitario.
Il mondo dell’industria creativa, soprattutto in un Paese come l’Italia ma più in generale in Europa, deve essere tutelato e difeso in quanto rappresenta la prima risorsa culturale, sociale/occupazionale (14 milioni di lavoratori nella zona europea nel 2008) ed economica (contributo pari al 6,9% al totale del PIL europeo nel 2008).
I principali punti di riflessione emersi durante il dibattito sono stati:
– la promozione del valore della creatività quale motore del rilancio della competitività;
– adozione di politiche pubbliche volte alla sensibilizzazione e educazione delle giovani generazioni e sui diritti di proprietà e sulla percezione della legalità rispetto a questi temi.
– azione coordinata di contrasto contro la pirateria digitale
– promozione di un codice etico di comportamento per gli Enti e le Aziende e buone pratiche di collaborazione per tutti gli attori della filiera.
“La LUISS è particolarmente onorata di ospitare questo Convegno in quanto il tema è di grande attualità e tocca molteplici discipline oggetto dei nostri corsi di studio. Questi momenti di incontro fra università e aziende rappresentano un’occasione importante per favorire il dialogo sui temi più discussi anche a livello istituzionale” ha dichiarato Paolo Marzano, Docente di Proprietà Intellettuale presso l’Università Luiss Guido Carli.
Sempre oggi intanto, dall’Università di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito di un seminario su ‘Evoluzione della tutela del diritto d’autore’, il presidente della Siae Giorgio Assumma, nella lectio magistralis che ha tenuto oggi, ha citato i dati preoccupanti sulla pirateria illustrati al Convegno di Microsoft per dire che “è dovere di tutti gli operatori del settore stimolare il Parlamento affinché non persista nel suo stato di inerzia e si occupi di risolvere il problema garantendo i diritti patrimoniali e morali degli autori e dell’intera industria culturale”.
Francia, Spagna e Inghilterra, ha fatto notare Assumma, ‘hanno già assunto le loro iniziative legislative che, se pur basate soltanto su interventi repressivi, costituiscono già un considerevole passo in avanti. Ogni giorno di ritardo nel regolamentare la materia, aumenta sempre più la commercializzazione non autorizzata delle opere, con una diretta incidenza sulla perdita dei posti di lavoro, soprattutto nelle imprese cinematografiche, fonografiche e dell’audiovisivo’.
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