Mondo
Negli Stati Uniti è guerra aperta. Un duello fatto a colpi di penna e spruzzi di inchiostro quella che si sta consumando tra il Wall Street Journal e il New York Times.
Davanti a una crisi senza precedenti che sta dissanguando le casse dell’editoria di tutto il mondo, il magnate Rupert Murdoch sfodera le sue migliori armi, com’è nel suo stile, e va avanti senza esclusione di colpi.
La sua squadra è la nuova redazione del WSJ che si occuperà proprio del supplemento dedicato alla Città della Mela.
Eh sì, in questo momento, il suo ‘public enemy’ è proprio il quotidiano newyorchese.
“Il mio consiglio ai lettori? Se vi piace veramente il New York Times leggetelo su gratis su internet e comprate invece il Wall Street Journal”, ha commentato sarcasticamente Les Hinton, Ceo del giornale finanziario.
Questa dichiarazione nasconde anche un altro aspetto della battaglia quella che riguarda il modello di business necessario davanti all’avanzata dell’informazione online. Il tycoon australiano, presidente della holding News Corp e proprietario in America del New York Post e del canale televisivo Fox, è convinto della necessità di far pagare l’informazione per non svilirla e perderne la qualità.
Per Maurizio Costa, l’amministratore delegato di Mondadori, almeno in Italia “il modello di business dell’editoria digitale non è legato a un sistema di pagamento dei siti, un sistema molto difficile da consolidare”.
“Anche il modello di micro-pagamenti sostenuto da Murdoch è molto difficile – ha spiegato Costa a margine dell’assemblea Mondadori – mentre nel nostro settore l’unico modello di business che mi sembra sostenibile è quello di contenuti pagati per abbonamento, sulla falsariga di quello che riesce a fare iTunes con la musica’.
Il mese scorso, annunciando la prossima uscita del supplemento urbano, Murdoch aveva dichiarato che il NYT, sopranominato la ‘Vecchia Signora in Grigio’, non dedica più la stessa attenzione alla città più affascinante del mondo, trascurando tutti quegli argomenti che invece interessano la gente”.
Un’opinione però non condivisa dagli assidui lettori del quotidiano fondato nel 1851 e diretto da Arthur Sulzberger, la cui famiglia controlla il giornale dal 1896.
Purtroppo però i dati ci dicono che il giornale non sta dando i risultati di prima. Colpa della linea editoriale? Della concorrenza di internet?
Al momento il WSJ continua a crescere e si conferma il più diffuso quotidiano degli Stati Uniti, davanti a Usa Today, registrando un +0,5% a 2,09 milioni.
Tutti gli altri grandi quotidiani sono in calo, anche significativo. Usa Today ha perso il 13,6% per assestarsi a 1,83 milioni di copie, mentre il NYT è a quota 951 mila copie, 1,38 milioni la domenica, perdendo rispettivamente l’8,5 ed il 5,2%.
Il grande quotidiano che soffre di più è il San Francisco Chronicle (-23% a 241 mila copie), ma anche il Washington è messo male: meno 13,1% a 578 mila copie (meno 8,2% la domenica a 797 mila copie).
Le cifre diffuse oggi dall’Audit Bureau of Circulations si riferiscono al semestre che si è concluso il 31 marzo, rispetto all’anno precedente. Complessivamente la diffusione è calata dell’8,7%, il 6,5% la domenica.
Secondo gli analisti, il WSJ punta a catturare il pubblico femminile del suo concorrente. Un pubblico divenuto famoso in tutto il mondo anche grazie al telefilm Sex and the City dove la protagonista Carrie Bradshop teneva una rubrica sul NYT appunto sulla vita delle donne della città.
“Ogni giorno il New York Times arriva a 1,1 milioni di appassionati d’arte e 1,7 milioni di donne newyorchesi”, ha sottolineato il Ceo del Times Janet Robinson, in una nota inviata ai collaboratori in occasione dell’uscita del supplemento del WSJ.
Questo pubblico di lettrici femminili apre le porte a preziose entrate pubblicitarie provenienti dai grandi magazzini Bloomingdale’s o Macy’s, o da gioiellerie e profumerie.
La ‘Vecchia Signora in Grigio’ – riporta il Financial Times – ha avviato contatti con testate locali per lanciare edizioni regionali in almeno cinque mercati.
Il quotidiano della famiglia Sulzberger sta parlando con altri giornali per ottenere pagine di contenuto locale da allegare all’edizione nazionale. “I contatti per ora sono con cinque mercati, l’obiettivo e di arrivare a dieci quindici mercati, non di più dato il clima economico globale per il mercato della carta stampata”, ha detto Scott Heekin Canedy, presidente del NYT Media Group. Il NYT ha già edizioni locali a San Francisco e a Chicago con due pagine di contenuti locali due volte alla settimana.
L’edizione metropolitana Greater New York del WSJ, a cui lavora una squadra di 35 giornalisti, ha 16 pagine di cui cinque di pubblicità a tutta pagina. Due pagine sono dedicate agli avvenimenti culturali e due allo sport.
Completano il menu servizi sul mercato immobiliare e sui ristoranti e, quasi inedito per il quotidiano dell’alta finanza, fa capolino la cronaca nera. La pubblicità è stata ottenuta vendendo le inserzioni praticamente gratis.
“Erano gli sconti più grossi visti quest’anno”, aveva detto un esperto americano di advertising. L’iniziativa è rivelatrice di quanto serie siano le intenzioni di Murdoch di far fuori il quotidiano rivale.