Giappone
Il 3D è già un successo ma sono anche tanti i problemi individuati dai medici sull’uso degli occhialini per vedere le immagini tridimensionali.
Un consorzio di industriali giapponesi ha, quindi, deciso di pubblicare una guida di raccomandazioni per telespettatori, produttori e distributori di immagini in 3D, al fine di prevenire i rischi legati a questa tecnologia.
Nel documento si indica che vi sono “alcuni principi indispensabili da rispettare” per guardare in tutta sicurezza immagini in 3D.
Tra le necessità indicate dalla guida, sicuramente quella di rispettare le distanze di sicurezza durante la visione della Tv 3D e si segnala che se si dovesse perdere la sensazione della profondità dello spazio, bisognerà distogliere per qualche secondo lo sguardo dalle immagini tridimensionali e far riposare l’occhio.
“Se però il problema dovesse perdurare e il telespettatore continuare a vedere le immagini sovrapposte, una volta escluso che si tratti di problemi tecnici, bisognerà cessare la visione”.
La Guida insiste molto su quanto sia importante non forzare l’occhio a fissare lo schermo in caso si cominciasse ad avvertire un senso di affaticamento o di malessere.
Il consorzio sottolinea anche che “la percezione varia molto tra persone, per diverse ragioni” e che i genitori devono essere informati dei rischi nei quali si incorre per decidere se i loro bambini possano guardare le immagini oppure no e con che limiti di tempo.
Il consorzio chiede di produttori di prendere tutte le corrette precauzioni per evitare la comparsa di fenomeni nocivi alla salute dei telespettatori.
Nel documento si consiglia anche di allegare sempre ai dispositivi 3D i consigli sulle modalità d’uso e che queste siano anche diffuse nelle sale cinematografiche che trasmettono film in 3D.
Anche in Italia il Ministero della Sanità, dopo la pronuncia del Consiglio Superiore di Sanità (Css), ha preso alcuni provvedimenti come sconsigliare gli occhialini ai bambini al di sotto dei 6 anni e stabilire che debbano essere monouso.
Decisione che però ha sollevato non poche polemiche. Secondo Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (Soi), gli occhiali per la visione dei film in 3D sono “da assolvere”.
“La tecnologia che utilizzano – ha affermato – non è infatti in grado di creare danni permanenti alla vista, né di dare particolari problemi, sempre che si rispettino le norme igieniche”.
“Rispettiamo un parere istituzionale come quello del Css – ha detto Piovella – ma dal punto di vista scientifico esprimiamo perplessità solo per chi non ha sviluppato una visione binoculare”.
Il presidente della Soi ha comunque spiegato di condividere le preoccupazioni legate all’igiene espresse nel parere del Css: ‘indossare un occhiale utilizzato da altre persone può trasmettere virus come l’influenza ma anche, ad esempio, il batterio della congiuntivite. Il costo dei cinema in 3D e’ leggermente superiore proprio per garantire la fornitura degli occhialini, che devono essere sempre monouso’.
Gli occhialini per il 3D utilizzati nelle sale cinematografiche sono di due tipi: quelli attivi, sincronizzati con lo schermo, e quelli passivi, dove la visione 3D è garantita da bande colorate.
Attivi: le loro lenti hanno elettroni che interagiscono con lo schermo. Sono i più costosi (circa 40 euro) e hanno cristalli liquidi che possono bloccare o lasciare passare la luce in sincrono con le immagini sul display; Passivi: sono i comuni occhiali di cartoncino che permettono di osservare le immagini con filtri colorati (i più comuni sono di colore rosso e blu) in modo che ogni occhio possa osservare solo l’immagine ad esso destinata.
Fino al febbraio scorso i Nas hanno sequestrato in Italia più di 7.000 occhialini per la visione in 3D.
Bisogna sicuramente restare prudenti, ma evitando le esagerazioni anche perché, come emerso dall’ultimo Miptv di Cannes, il mercato cinematografico, dopo il successo di Avatar, sta puntando tutto sul 3D per risollevarsi dalla profonda crisi.
Il 3D è quindi la grande scommessa del cinema e non solo per gli incassi ma anche per contrastare l’inarrestabile fenomeno della pirateria che ha ridotto in ginocchio l’industria di tutto il mondo. Ma anche i produttori televisivi stanno investendo sempre più in questo promettente settore lanciando televisori di nuova generazione in grado di mandare in onda immagini tridimensionali.
Il mese scorso, Sony ha presentato a Tokyo una gamma di televisori a cristalli liquidi con immagini in 3D. I modelli saranno progressivamente commercializzati in Giappone a partire dal 10 giugno. Il tipo a 46 pollici costerà 3.875 dollari e includerà anche due paia di occhiali 3D.
Panasonic si è già mossa sulla Tv 3D, alleandosi con negli Stati Uniti, sotto l’aspetto distributivo, con la catene dei grandi magazzini Best Buy.
A febbraio Samsung Electronics, leader mondiale delle tv, ha immesso sul mercato sudcoreano la sua tv in 3D che sarà lanciata a livello globale questo mese, con l’intenzione di vendere almeno 2 milioni di modelli quest’anno.
Ormai il 3D è il futuro del cinema ma soprattutto della televisione e c’è già chi parla di una cordata di ingegneri pronti a proporre una Tv 3D che non necessità degli appositi occhialini.