Broadband: si restringe il mercato britannico. Orange affida la rete a BT e si concentra sulla telefonia mobile

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Orange

L’internet a banda larga di Orange passerà dalle reti di BT: l’operatore francese, in attesa di completare la fusione con T-Mobile, continuerà a vendere offerte Adsl col proprio marchio, ma attraverso le infrastrutture dell’operatore storico.

BT, a sua volta, riprenderà la rete fissa dell’operatore francese – che copre circa il 65% della popolazione – per integrarla alla sua e assorbirà 70 dipendenti di Orange, che, in questo modo, potrà ottenere considerevoli risparmi.

 

Il mercato broadband britannico è molto competitivo e, fra gli ‘outsider’, hanno finora avuto la meglio i broadcaster, come BSkyB (la Sky britannica, di proprietà di Rupert Murdoch) e Virgin Media (il primo operatore via cavo del paese), che alla fine del 2009 contavano, rispettivamente, 2,4 e 4,1 milioni di abbonati alla banda larga.

 

Di fronte a questi due giganti, che devono la loro forza anche alla possibilità di offrire abbonamento a banda larga e alla tv via cavo insieme, Orange non è mai riuscito a imporsi nel segmento dell’IPTV, contrariamente a quanto accaduto in Francia.

 

Tra il 2007 e il 2009 Orange UK ha perso 300 mila abbonati Adsl, in un mercato in piena fase di crescita. A fine 2009, la società contava 840 mila utenti broadband, che gli portavano ciascuno 20 euro al mese.

 

L’accordo siglato venerdì è, dunque, conseguenza della significativa riduzione della base utenti registrata negli ultimi tempi e rappresenta la soluzione migliore per continuare comunque a operare nel mercato della banda larga britannica, concentrandosi però sul ben più redditizio segmento della telefonia mobile.

 

La fusione con T-Mobile, approvata il mese scorso dalle autorità europee, darà vita a una joint-venture con quasi 30 milioni di clienti e una market share del 37%, che andrà a contrastare la leadership di O2 (divisione della spagnola Telefonica) che controlla una quota di mercato del 27,7% e Vodafone che ha una quota del 24,7%.

 

Dalla fusione e dall’integrazione delle attività di T-Mobile e Orange, i due giganti europei contano di ottenere sinergie per circa 4 miliardi di euro.

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