Guerra del telecomando. L’Agcom avvia la consultazione. La Regione Sardegna: ‘Non penalizzare le Tv regionali’

di Raffaella Natale |

Intanto cresce l'attesa per la V Conferenza nazionale sulla Tv digitale terrestre, promossa da DGTVi, che si terrà a Milano il 3 e il 4 maggio 2010.

Italia


Audiovisivo

Il Consiglio dell’Agcom ha approvato la consultazione pubblica sullo schema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre (Lcn – Logical channel number) e di modalità di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi media audiovisivi. La consultazione avrà una durata di 15 giorni.

 

Lo rende noto un comunicato che aggiunge che sulla base dei criteri previsti dalla legge, che attribuisce all’Agcom il compito di predisporre il piano dell’ordinamento automatico dei canali e al Ministero dello Sviluppo Economico quello di assegnare le numerazioni per ciascun programma autorizzato, l’Autorità ha posto a consultazione i seguenti criteri: i numeri da 1 a 9 vengono affidati ai canali generalisti tradizionali; i numeri da 10 a 19 alle emittenti locali ex analogiche di particolare valore e radicamento sul territorio; i numeri da 20 a 70 ai canali digitali nazionali suddivisi per generi di programmazione; i numeri da 71 a 100 alle altre emittenti locali. Per i numeri da 100 a 200 verrà ripetuta la stessa sequenza.

Le numerazioni per i canali a pagamento partiranno dal numero 300, mentre i numeri da 500 a 599 saranno destinati alle trasmissioni in alta definizione, i canali da 600 a 699 saranno invece dedicati ai servizi radio.

 

La consultazione servirà, tra l’altro, ad approfondire gli aspetti relativi alle abitudini e preferenze degli utenti. L’Autorità ha anche previsto l’introduzione, per i decoder digitali, compresi i televisori integrati, una modalità di navigazione aggiuntiva rispetto all’ordinamento automatico, che consentirà di visualizzare la lista di tutti i canali disponibili suddivisi per genere di programmazione.

 

Tutto ciò al fine di facilitare l’uso dei decoder da parte degli utenti, e rendere meno rilevante il posizionamento dei canali sul telecomando. E’ inoltre previsto che i provider potranno proporre delle liste personalizzate. 

 

Intanto il deputato del Pdl Mauro Pili, con un’interrogazione al governo, ha denunciato la gravissima situazione dell’emittenza locale che rischia di scomparire per le scelte dell’Agcom che vorrebbe relegare le emittenti locali in un posizionamento nella sintonia automatica che le metterebbe fuori mercato facendole morire.

“La decisione del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di cancellare le emittenti regionali dall’ordinamento automatico prioritario nel telecomando digitale è un colpo mortale alla libertà di informazione della Sardegna e di tutte le regioni italiane’.

“La decisione presa oggi – ha affermato il parlamentare – è in totale contrasto con i principi federalisti e soprattutto è lesiva delle più elementari regole democratiche. Il piano della numerazione automatica deve contenere nelle prime nove posizioni le emittenti nazionali consolidate, tre Rai, tre Mediaset e una del gruppo telecom, ma le altre due posizioni devono obbligatoriamente essere nella disponibilità dell’emittenza regionale’.

‘Il Governo – ha concluso il deputato sardo – deve intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per valutare il danno provocato da tale situazione e ripristinare con urgenza la legalità nella gestione della partita del digitale’.

 

Sulla stessa linea il governatore della regione, Ugo Cappellacci, che ha già ha scritto Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico, e in particolare al viceministro Paolo Romani, per evitare che la decisione dell’Autorità produca prevedibili effetti devastanti: “Dobbiamo difendere la libera emittenza sarda da quella che sarebbe una vera propria sciagura”.

“La Sardegna – ha aggiunto il presidente Cappellacci – prima Regione ad aver sperimentato il digitale terrestre, deve essere tenuta in debita considerazione. Non possiamo accettare una decisione che penalizzerebbe le televisioni locali, le imprese e i consumatori dell’isola”.

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