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Google: risultati in crescita grazie alla pubblicità, ma gli analisti restano delusi. Schmidt non partecipa alla conference call

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Crescono i risultati di Google, anche se non quanto Wall Street aveva previsto. La società ha chiuso il primo trimestre dell’anno con utili in crescita a 1,96 miliardi di dollari (6,06 dollari per azione) il 37% in più dello stesso periodo 2009, che si era chiuso a 1,42 miliardi di dollari (4,49 dollari per azione).

I ricavi, trainati dalla crescita della pubblicità, si sono attestati a 6,77 miliardi, in crescita del 23% rispetto ai 5,51 miliardi dell’anno precedente. Al netto di commissioni e quote pagate alla sua rete pubblicitaria e altri partner, i ricavi si sono attestati a 5,06 miliardi a fronte dei 4,07 del primo trimestre 2009.

I ricavi del ‘pay-per-click’ sono cresciuti del 15%, a conferma dell’uscita del mercato dalla recessione e anche del fatto che il search advertising ne è uscito meglio di altri media.

 

Nel trimestre appena chiuso, Google ha anche assunto 800 nuovi dipendenti, il maggiore incremento dal primo trimestre del 2008 e per il futuro, ha sottolineato il direttore finanziario Patrick Pichette, il gruppo continuerà a concentrarsi “su investimenti e innovazione, per sostenere la crescita del core business e contribuire alla costruzione del web del futuro”.

 

Google continua a dominare saldamente il mercato del search advertising, con una quota del 90% in Europa e del 65% negli Usa. Il mese scorso, il gruppo ha annunciato di voler smettere di censurare i risultati del servizio di ricerca in Cina, ridirigendo gli utenti verso il sito di Hong Kong. Il governo di Pechino ha reagito in maniera rabbiosa, affermando che la società avrebbe violato “accordi scritti” in base ai quali non si sarebbe mai sottratta agli obblighi di legge vigenti nel Paese.

 

Nonostante i risultati in crescita, i titoli del gruppo hanno perso il 4.6% a 568 dollari nelle contrattazioni after-hours.

 

La borsa, hanno sottolineato gli analisti, potrebbe aver reagito all’incertezza della situazione sul mercato cinese – dominato dal concorrente Baidu – e alle fluttuazioni della valuta.

 

Gli investitori sono stati colti di sorpresa anche dall’assenza di Eric Schmidt alla conference call di presentazione dei risultati. Dal Ceo, gli analisti attendevano indicazioni sulla redditività di YouTube e su Nexus One.

La decisione di non partecipare più alla presentazione dei risultati, va ricercata, ha sottolineato la società, nella volontà di ‘razionalizzare’ i processi di comunicazione e non ha implicazioni sul ruolo del Ceo in seno al gruppo.

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