Italia
Fastweb è “una compagnia perfettamente sana” sulla quale ha pesato “la misura draconiana” di un’amministrazione controllata che “è sempre sembrata esagerata“.
Ora, “eliminata la minaccia, paradossalmente Telecom Italia potrebbe ritrovare la pressione della competizione” di Fastweb.
E’ quanto scrive il Financial Times in un editoriale a firma di Paul Betts dal titolo “Fastweb aumenta la pressione competitiva contro telecom Italia“, nel quale si sottolinea come “se il giudice avesse messo Fastweb in amministrazione controllata, Telecom Italia si sarebbe trovata nuovamente da sola a gestire il mercato nazionale della linea fissa”.
Adesso, invece, per il FT “è probabile che Fastweb raddoppierà i suoi sforzi per attrarre i clienti verso le proprie reti“.
La compagnia telefonica controllata da Swisscom, ha aggiunto il quotidiano britannico, “ha progetti per espandere il proprio potenziale nelle principali città italiane, avendo come target i migliori clienti di Telecom Italia“. Così, ha concluso il Financial Times, “tutta l’attenzione dei media degli ultimi mesi potrebbe andare a vantaggio di Fastweb”.
Finalmente, ha scritto l’editorialista, si comincia a calmare il gran polverone che ha visto accusate Fastweb e Telecom Italia Sparkle, e tutto sta rientrando nell’accusa che vede manager di medio livello aver perpetrato una frode IVA, i cui ricavi sono andati ad alimentare criminali e i loro compagni. Pur ammettendo che la dirigenza non fosse a conoscenza del traffico, i pm hanno minacciato le due aziende di commissariamento, atto che è sembrato esagerato in assenza di una condanna.
Alla fine – ha commentato Betts – i pm devono essersi accorti di aver oltrepassato il limite. L’Ad di Fastweb ha dovuto autosospendersi. Fastweb ha dovuto creare una società a parte per la divisione wholesale, creare un fondo rischi di 70 milioni di euro, licenziare i due manager implicati nel fatto. Tutte queste misure – ha aggiunto il FT – sono state viste come passi ulteriori per permettere una via d’uscita che salvasse la faccia dei pm dall’impasse creata dal loro zelo iniziale.
Carsten Schloter, che guiderà temporaneamente Fastweb e che è anche amministratore delegato di Swisscom che detiene l’82% di Fastweb, non fa mistero che i clienti “alto spendenti” di telecom sono maturi per essere colti. Ora l’uomo che ha diretto l’acquisizione di Fastweb tre anni fa, ha anche un incentivo personale ad utilizzare il tempo in cui sarà in carica in Italia per far sì che ciò accada.
In un’intervista al Sole24Ore, Schloter ha precisato: “Il futuro di Fastweb è intatto. Con l’eliminazione della minaccia di commissariamento, siamo tornati a concentrarci al cento per cento nel business”.
Il manager s’è detto grato a “Stefano Parisi che ha proposto la soluzione del problema” autosospendendosi temporaneamente dalla carica di amministratore delegato di Fastweb. “Possiamo adesso concentrare tutte le nostre forze – ha aggiunto – nella sfida al nostro principale concorrente, telecom Italia. Se telecom, del resto, pensava che noi saremmo usciti indeboliti da questa vicenda, si sbagliava”.
Per quanto riguarda il ruolo di Parisi, spiega nell’intervista il numero uno di Swisscom, guiderà Swisscom It Services, per portare servizi Ict Swisscom alle grandi aziende italiane e sarà responsabile per gli affari regolatori e alcuni sviluppi strategici a cui Swisscom sta pensando in Italia. Per Schloterl, comunque, non ci sono state ripercussione sui conti: “In questi primi mesi dell’anno non abbiamo registrato alcun impatto sul nostro business e sui nostri numeri”.
Ieri intanto interrogatorio fiume per l’ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia, coinvolto nell’inchiesta sul presunto maxiriciclaggio di circa due miliardi di euro.
Il manager è stato ascoltato negli uffici della procura a Roma dai Pm che conducono l’inchiesta: il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo e i pubblici ministeri Passaniti, Bombardieri e Di Leo. In base a quanto si è appreso, Scaglia assistito dagli avvocati Pier Maria Corso e Antonio Fiorella avrebbe fornito chiarimenti in merito ad alcune operazioni messe in atto da Fastweb e al centro dell’inchiesta ribadendo che lui non era a conoscenza dei fatti illeciti che avvenivano in azienda.
Anche la procura di Milano si occuperà di TI Sparkle e di Fastweb. I pm di piazzale Clodio hanno inviato ai colleghi di Milano un fascicolo, in atti relativi, cioè senza indagati e senza ipotesi di reato, riguardante le due aziende. Alla procura del capoluogo lombardo spetterà il compito di accertare se siano ravvisabili ipotesi di false comunicazioni sociali attraverso l’analisi dei bilanci delle due compagnie, bilanci che prevedrebbero i profitti illeciti raggiunti negli anni passati con le operazioni ‘phuncard’ e ‘traffico telefonico’, oggetto degli accertamenti dei magistrati romani.