Net Neutrality: incumbent Ue contro Google. ‘Paghi per il traffico generato dai servizi’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Google

Un altro fronte anti-Google si è aperto in Europa, con i tre maggiori incumbent – Deutsche Telekom, France Telecom e Telefonica – pronti a dare battaglia per ricevere i compensi adeguati a coprire i costi di gestione di servizi ad alto consumo di banda, come le ricerche o siti quali Youtube.

I malumori delle telco europee nei confronti di Google non sono cosa nuova: le ricerche internet da siti come Yahoo! e Google occupano una grossa fetta della larghezza di banda sulle reti degli operatori tlc, che hanno accusato più volte Google di volerli trasformare in ‘Dumb pipes’, ossia semplici ‘trasportatori di dati’.

 

Secondo il Financial Times, però, il “trio” stavolta è pronto a chiedere l’intervento della Commissione europea.

 

Già a febbraio, nel corso del Mobile World Congress, Telefonica, ha annunciato l’intenzione di far pagare i motori di ricerca per l’uso delle reti. Cesar Alierta ha sottolineato che i motori di ricerca “…usano le reti senza pagare niente. È un colpo di fortuna per loro e sfortuna per noi”.

Gli operatori, ha aggiunto Alierta, hanno speso miliardi per “…realizzare la rete, e mettere in piedi il sistema, dall’assistenza dei clienti, alle installazioni, dei servizi”, e vogliono, dunque, la giusta ricompensa per questi sforzi. Rimunerazione che potrebbe arrivare, propone Alierta, dalla condivisione degli introiti della pubblicità online, settore di cui Google è il dominatore assoluto.

 

Per l’Ad di France Telecom, Stéphane Richard, “C’è qualcosa di anormale e contrario alla logica nella pretesa di Google di usare la nostra rete senza pagare”.

“Non possiamo accettare – ha aggiunto – che la società digitale abbia un solo vincitore, Google, e tante vittime, dai content provider agli operatori di rete”.

 

Sulla stessa linea il commento di René Obermann, Ceo di Deutsche Telekom, secondo cui Google e le altre web company dovrebbero pagare le telco per trasportare i loro contenuti sulle reti.

“Non c’è un solo servizio Google che non sia dipendente da un servizio di rete, ed è assurdo avere questo servizio gratis”, ha affermato.

 

Per aumentare la pressione su Google, spiega ancora il FT, i gruppi tlc stanno cercando un’alleanza con le media company e gli editori: anche loro ricevono quasi nulla dalla società di Mountain View che ne aggrega i contenuti sulle sue pagine e ci guadagna in pubblicità.

Nella scorsa settimana, Google è stata attaccata anche da grafici e fotografi, i quali si sono uniti alla battaglia di autori ed editori e hanno annunciato una class action per vedere tutelato il loro lavoro.

 

Google respinge però al mittente queste pretese: Eric Schmidt ha più volte ribadito la diversità sostanziale tra il business di Google e quello degli operatori telefonici: è vero che questi ultimi, ha detto, “…hanno costi molto fissi alti”, ma è vero anche che Google offre servizi, e non “…intende entrare in una gara che non è nostra”.

 

Sul fatto, poi, di pagare l’accesso alle reti, la risposta è ancora più categorica: “…perché dovremmo?…Non percepiamo in alcun modo ricavi da loro, la gente paga la connessione agli operatori non a noi”. Se, insomma, le telecom hanno ancora l’opportunità di vedere una crescita degli utenti, è anche grazie a Google e ai suoi servizi innovativi.

 

Servizi che, però, per il troppo successo rischiano di mandare in tilt la rete: secondo molti autorevoli osservatori, infatti, la rete arriverà presto al collasso se non si comincerà a pensare a prodotti e servizi meno avidi di banda.

Bisognerà dunque, per il futuro, sviluppare nuovi modelli di business che consentano agli operatori di continuare a investire per migliorare le performance delle reti, trovando al contempo il giusto equilibrio tra gli interessi di proprietari di contenuti, sviluppatori di applicazioni, produttori di sistemi operativi e di motori di ricerca.

E se non ci si riuscirà con le buone…

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