Francia
La procura di Parigi aprirà un’inchiesta sull’ondata di suicidi che ha coinvolto France Telecom, in seguito alla denuncia presentata nei confronti dei dirigenti del gruppo telefonico a dicembre dal sindacato SUD per “molestie morali” e per aver “messo in pericolo la vita altrui”.
Lo ha riferito Jean-Paul Teissonniere, avvocato del sindacato SUD, sottolineando che la nuova inchiesta – che dovrebbe essere affidata a un giudice del centro di Salute Pubblica di Parigi – verterà sull’organizzazione del lavoro e sul sistema di gestione dell’azienda.
Tre i dirigenti nel mirino della Procura: l’ex ad Didier Lombard, l’ex numero due Louis-Pierre Wenès e il direttore delle risorse umane Olivier Barberot. Un dossier per omicidio colposo è stato già aperto nei confronti della società, in quanto persona giuridica, dal tribunale di Besancon in relazione al suicidio di un dipendente nell’estate del 2009.
Nella motivazione, i giudici addebitano alla società “disattenzione, negligenza e mancato rispetto degli obblighi di prudenza”.
Oltre che sulla denuncia del sindacato SUD, la procura baserà il suo lavoro d’indagine anche sul rapporto consegnato ai Pm dall’Ispettorato del Lavoro a febbraio: un dossier di 82 pagine dal quale si evince che la società avrebbe messo in atto “un’organizzazione del lavoro atta a causare gravi danni alla salute dei lavoratori”, nonché metodi di gestione caratterizzati da “bullismo morale”.
Il rapporto dell’Ispettorato del Lavoro ha anche sottolineato che i dirigenti hanno sistematicamente ignorato gli avvertimenti dei medici del lavoro sugli effetti negativi del piano di mobilità e della politica di riorganizzazione del gruppo, che obbligava i dipendenti a lasciare la propria città o ad accettare mansioni degradanti pur di continuare a lavorare.
In quanto ex monopolio statale – il gruppo è stato privatizzato nel 1997 – il 65% dei dipendenti mantiene ancora lo status di dipendente pubblico, che vieta il licenziamento in caso di calo della domanda in varie regioni e segmenti di business.
Soltanto il mese scorso, France Telecom ha presentato alla stampa un piano in 8 punti – declinati in 90 misure – per risollevare il morale dei dipendenti, che include 3.500 nuove assunzioni e si concentra sulle performance ‘sociali’ dei manager. Ci sono voluti, prima di arrivare a questo punto, 45 suicidi – 35 tra il 2008 e il 2009 e altri 10 dall’inizio dell’anno – e un’accusa di omicidio colposo.
Il nuovo Ad Stéphane Richard, che dal primo marzo ha preso il posto del contestatissimo Didier Lombard, ha presentato gli impegni definendoli “la risposta alla crisi sociale che l’azienda ha attraversato e che continua ad attraversare”.
Oltre alle nuove assunzioni – per le quali verranno privilegiati i precari del gruppo e i disabili – la società si è impegnata a non costringere più i dipendenti alla ‘mobilità forzata’. I trasferimenti avverranno su base volontaria e non potranno più essere imposti a meno di tre anni dalla pensione.
Per Patrick Ackermann, delegato di SUD, l’apertura dell’inchiesta rappresenta già una prima vittoria: “non significa che ci saranno dei rinvii a giudizio, ma almeno la giustizia sta prendendo sul serio