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Nuovi problemi per la biblioteca digitale di Google. Dopo le questioni legali mosse da autori ed editori per il rispetto delle norme sul copyright, stavolta l’esposto presentato alla corte federale di New York arriva da grafici, fotografi, artisti e poligrafici.
Gli operatori chiedono all’azienda americana il pagamento di centinaia di milioni di dollari a risarcimento dell’utilizzo fuori diritti delle immagini inserite nella libreria digitale Google Book Search.
Gli avvocati hanno richiesto circa 150.000 dollari per ciascuna opera o immagine utilizzata senza pagamento di diritti.
Sul New York Times si legge che l’American Society of Media Photographers e altre associazioni che riuniscono illustratori e visual artist hanno preparato una class action contro il colosso di Mountain View, sostenendo che l’intento della compagnia californiana di digitalizzare milioni di libri rappresenta una violazione su larga scala del loro copyright.
“Chiediamo giustizia e un giusto compenso per i visual artist il cui lavoro appare nei 12 milioni di libri e di altre pubblicazioni che Google ha illegalmente scannerizzato finora”, ha spiegato Victor Perlman, general counsel della American Society of Media Photographers.
Per James McGuire, dello studio legale Mishcon de Reya di New York a capo della class action, si tratta di “una questione di giustizia e risarcimento per un problema esclusivamente di diritto” e ha spiegato che “se qualcuno usa qualcosa che voi avete creato, dovete per questo essere ripagati”.
La causa riflette per alcuni aspetti quella avviata nel 2005 dalla Authors Guild e dalla Association of American Publishers, che per primi si opposero al progetto di Google, per poi giungere a un accordo nell’ottobre 2008 che prevede il versamento, da parte di Google, di 125 milioni di dollari per risarcire autori ed editori le cui opere sono state digitalizzate senza autorizzazione e una remunerazione per gli aventi diritto che accettano di mettere a disposizioni le loro opere.
I principali editori francesi, rappresentati dal Sindacato Sne, hanno già fatto ricorso sostenendo che questo accordo è “illogico, ingiusto e discriminatorio” e che preferirebbero fosse “limitato agli editori americani con la possibilità per gli altri di unirsi se lo desiderano”.