Pubblicità: televisione e web gestiscono meglio la crisi. Internet guadagna terreno e per il 2014 previsto sorpasso della stampa

di Raffaella Natale |

Mondo


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Nel 2009, Internet e la televisione sono riusciti a gestire bene la crisi del comparto pubblicitario e sarà così anche per l’anno in corso mentre il mercato mondiale tornerà in positivo secondo le previsioni, pubblicate oggi, dell’agenzia ZenithOptimedia.

 

Stando ai ricercatori dell’agenzia di ricerca del gruppo Publicis, le spese a livello internazionale aumenteranno del 2,2%. Previsioni più rosee di quelle dello scorso dicembre quando si attendeva per il 2010 una crescita debole (0,9%), dopo un anno di grande sconvolgimento che ha portato a registrare un calo del 9,8%.

 

In questo settore, il piccolo schermo dovrebbe attestarsi al 40,3% dopo il 38,1% del 2008 e il 39,4% del 2009.

 

Sébastien Danet, Ceo di ZenithOptimedia, ha commentato che “la televisione ha conservato un’efficacia straordinaria che ha permesso ai grossi inserzionisti di mantenere una presenza importante e fronteggiare in qualche modo la crisi”.

Inoltre, ha evidenziato ancora Danet, “le persone guardano più televisione durante la recessione: non costa molto ed è una efficace strumento di distrazione”.

La televisione s’è anche avvantaggiata del “proprio potenziale di crescita nei mercati emergenti”.

 

Allo stesso tempo, pure il web ha guadagnato quote di mercato del 10,5% nel 2008 e del 12,6% nel 2009, spodestando le riviste dal terzo posto.

Nel 2010, dovrebbe catalizzare il 13,9% delle spese mondiali, posizionandosi dietro i giornali (21,7%).

 

“Il rallentamento – spiegano gli analisti di ZenithOptimedia – ha probabilmente accelerato il trasferimento di denari dai media tradizionali (verso internet),  mettendo avanti un ritorno di investimenti facilmente misurabile”.

 

A questo si aggiunga che, secondo Danet, grazie alle tariffe “abbordabili” ormai “tutti hanno preso coscienza dell’importanza che ha acquisito internet”.  

Questo medium balzerà al secondo posto nel 2014, mentre “tra il 2008 e il 2012 la stampa perderà 10 punti sul mercato mondiale”.

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