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Vodafone: in vista fusione con Verizon? La Borsa accoglie favorevolmente l’ipotesi merger col partner Usa

Stati Uniti


La Borsa ha accolto favorevolmente i rumors su una possibile fusione tra Vodafone e Verizon Communications, che insieme controllano Verizon Wireless, il primo operatore mobile degli Usa: a metà mattinata, il titolo Vodafone saliva del 2,62% a 150,55 pence alla Borsa di Londra e guidava la classifica dei rialzi londinesi.

L’eventuale merger sarebbe soltanto una delle possibilità attualmente al vaglio delle due società, che starebbero tenendo “discussioni informali” circa il futuro della controllata mobile statunitense, questione quanto mai urgente adesso che Verizon Wireless si appresta a generare cassa, avendo finito di pagare i suoi debiti.

 

Se le trattative andassero in porto – Vodafone preme per una quota del 60% della nuova entità – la combinazione delle due società produrrebbe un gigante da 120 miliardi di sterline (circa 107 miliardi di euro): il valore di mercato del gruppo britannico si aggira infatti intorno ai 77 miliardi di sterline, mentre Verizon vale circa 86 miliardi di dollari (63 miliardi di euro).

 

La joint venture Verizon Wireless non versa alcun dividendo agli azionisti dal 2005: nonostante il significativo flusso di cassa, Verizon Communications ha bloccato il loro pagamento, preferendo prima appianare i debiti della compagnia.

Il Ceo di Vodafone, Vittorio Colao, già a novembre dello scorso anno aveva affermato che una soluzione dei problemi di Verizon Wireless era una delle premesse per trovare nuovo sostegno per il titolo Vodafone.

Il secondo scenario ipotizzato dal Telegraph prevede, appunto, un ritorno al pagamento dei dividendi – che avverrà, secondo gli analisti, entro la seconda metà di quest’anno – mentre un terzo anticipa la vendita a una terza società delle quote di entrambe i partner.

 

Verizon Wireless, il cui valore si aggira attorno ai 40 miliardi di sterline, genera circa un terzo dei profitti Vodafone: già lo scorso anno, un report della Royal Bank of Scotland (RBS), intitolato “Fare niente non è un’opzione”, suggeriva a Vodafone proprio di fondersi col partner statunitense o di vendere la propria quota del 45%.

Quest’ultima opzione, tuttavia, appare poco praticabile: secondo gli analisti citati dal quotidiano britannico, “…la vendita si tradurrebbe in un eccessivo carico fiscale per il gruppo di Colao e significherebbe ritirarsi da un mercato che ha ancora un potenziale di crescita”.

 

In favore della joint-venture potrebbe andare l’annuncio di Apple relativo alla realizzazione di un nuovo modello di iPhone basato sulla tecnologia Cdma – corrispondente al nostro Umts – utilizzata, appunto, da Verizon Wireless e Sprint Nextel negli Usa e da altri operatori in Asia.

Finirebbe così il monopolio di AT&T, la cui partnership con Apple è stata cruciale per imporsi nel segmento degli smartphone, di cui, secondo ComScore, AT&T controlla il 43% contro il 23% di Verizon.

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