Italia
Il rapporto del Wef analizza il ruolo svolto dall’Ict nel favorire la crescita economica e lo sviluppo sociale e valuta la preparazione di imprese, privati e governi ad abbracciare la rivoluzione tecnologica.
Lucarelli ha evidenziato che il rapporto declassa l’Italia dal 45° al 48° posto, posizione ben distante ormai da quelle occupate da tutte le principali economie mondiali, le quali, tendono a scalare la classifica in senso inverso. L’allarme viene confermato dalla situazione della Pubblica amministrazione, che nell’uso delle tecnologie digitali fa sprofondare il nostro paese dal 31° posto occupato nel 2002, all’87° di oggi.
E’ la Svezia la prima nazione del mondo per innovazione tecnologica davanti a Singapore e Danimarca.
“La capacità superiore di Svezia, Singapore e Danimarca – ha spiegato Irene Mia, senior economist of the Global Competitiveness Network del Wef e coautrice del rapporto – nello sfruttare la leva dell’innovazione tecnologica come strumento per arrivare a una crescita duratura e sostenibile è basata su basi simili, e cioè un’attenzione di lungo termine posta dai governi e dai settori privati su istruzione, innovazione, accesso ai servizi di Ict e diffusione degli stessi“.
Dopo le prime tre posizioni del podio, troviamo nella top ten Svizzera, Stati Uniti, Finlandia, Canada, Hong Kong, Olanda e Norvegia. Tra le nazioni europee, a parte le presenti nelle prime posizioni, si confermano fra le migliori l’Inghilterra (13esima), la Germania (14esima), la Francia (18esima), l’Austria (20esima), il Belgio (22esimo) e l’Irlanda (24esima).
Lucarelli ha commentato che “Sulla diffusione e prontezza di risposta all’innovazione digitale passiamo addirittura dal 41° al 120 posto. Ciò è il risultato di un’ampia sottovalutazione del ruolo dell’Ict che contrassegna la nostra politica economica, in contraddizione con quanto emerso dallo stesso vertice UE, a cui partecipa il governo italiano, che ha esortato i paesi ad agire rapidamente per migliorare la competitività, obiettivo che non può essere raggiunto senza porre l’Ict al centro dei piani di sviluppo come fa l’Europa”.
Una situazione che ha spinto il vicepresidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, a chiedere al Governo di dare le giuste priorità all’innovazione.
“Dopo i risultati positivi del bando nuove tecnologie per il Made in Italy – ha concluso – è urgente lanciare al più presto il bando Innovazione per l’Ict di Industria 2015, che non solo aggiungerebbe un mattone importante alle fondamenta di una politica di innovazione industriale, la quale anche se fatta a piccoli passi, è indispensabile per rilanciare l’economia del Paese, ma potrebbe fornire le nuove risposte tecnologiche per il recupero di produttività e competitività di cui le imprese italiane hanno estremamente bisogno”.
The Global Information Technology Report 2009-2010
di World Economic Forum