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France Telecom: nuovo piano in risposta alla crisi-suicidi. Niente più trasferimenti forzati e maggiore attenzione alle relazioni umane

Francia


Una virata per recuperare credibilità e voltare pagina rispetto alla grave crisi sociale che ha investito l’azienda negli ultimi due anni: ci sono voluti però 45 suicidi – 35 tra il 2008 e il 2009 e altri 10 dall’inizio dell’anno – e un’accusa di omicidio colposo per convincere France Telecom a compiere questo passo.

Ieri, il gruppo ha presentato alla stampa un piano in 8 punti – declinati in 90 misure – per risollevare il morale dei dipendenti, che include 3.500 nuove assunzioni e si concentra sulle performance ‘sociali’ dei manager.

 

Il nuovo Ad Stéphane Richard, che dal primo marzo ha preso il posto del contestatissimo Didier Lombard, ha presentato gli impegni definendoli “la risposta  alla crisi sociale che l’azienda ha attraversato e che continua ad attraversare”, ma ha aggiunto: “Mi rifiuto di considerare che i suicidi, per quanto drammatici, siano il solo indicatore della politica sociale di un’impresa”.

 

Oltre alle nuove assunzioni – per le quali verranno privilegiati i precari del gruppo e i disabili – la società si è impegnata a non costringere più i dipendenti alla ‘mobilità forzata‘. I trasferimenti avverranno su base volontaria e non potranno più essere imposti a meno di tre anni dalla pensione.

La società farà quindi tutto il possibile per “preservare le attività nei siti più piccoli” – già bloccata la chiusura di una decina di sedi – mentre in quelli più grandi è stata prevista la realizzazione di 270 sale per lo svago e la formazione dei dipendenti. Il centro di Orange des Rennes sarà il primo a disporre di questi nuovi luoghi per aumentare il comfort dei dipendenti.

 

Le decisioni più importanti, ha quindi spiegato Richard, non saranno più prese dall’alto: le assunzioni, i congedi, le promozioni, saranno stabilite a livello locale, per dare maggiore spazio di manovra ai dipendenti in contatto coi clienti.

 

Un piano specifico è stato quindi predisposto per le ‘situazioni problematiche‘: il numero di medici (attualmente 70) e assistenti sociali sarà aumentato del 20% e i manager saranno formati adeguatamente per ‘individuare’ eventuali situazioni di ‘eccessiva fragilità’.

 

Di fronte alle feroci critiche dei sindacati riguardo gli obiettivi di performance, la direzione si è impegnata a inserire nelle valutazioni dei dirigenti il criterio ‘sociale’ e quello ‘collettivo’, mentre per i dipendenti, verranno fissati obiettivi in funzione del percorso individuale (neoassunto, esperto, senior, ecc.) e non più soltanto in funzione del “valore assoluto”.

 

Richard ha sottolineato quindi che la parte variabile dello stipendio dei 1.100 dirigenti del gruppo – che rappresenta tra il 30% e il 50% del loro salario – sarà attribuita non soltanto in funzione delle performance economiche, ma anche sulla base della performance sociale e terrà conto dell’assenteismo e della soddisfazione dei dipendenti.

 

Richard ha infine promesso ai sindacati che da giugno verrà realizzato un nuovo “barometro sociale”, che permetterà di seguire l’evoluzione e gli effetti di queste misure.

 

Le sigle sindacali hanno accolto il piano con un misto di scetticismo e sollievo: secondo la CFTC (Confederazione francese dei lavoratori cristiani), alcune misure “suonano vuote”, ma gli impegni sono indispensabili e fa piacere che la direzione abbia fatto mea culpa.

La CFE-CGC-Unsa si è dichiarata soddisfatta degli impegni assunti pubblicamente dall’azienda, mentre la FO sottolinea come il piano ricalchi per filo e per segno le raccomandazioni “eccellenti e dettagliate” della società Technologia, incaricata dal gruppo di redigere un rapporto sul livello di stress dei dipendenti. Peccato, però, ha affermato Jean-Jacques Guichou, che la direzione di France Telecom “abbia fatto di tutto per affossare il rapporto”.

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