Telecom-Telefonica: l’affaire TI Sparkle non preoccupa gli spagnoli. Troppo strategici gli asset italiani in Sudamerica

di Alessandra Talarico |

Ulteriore rinvio all’approvazione del bilancio. I sindacati, ‘Ancora una volta privilegiato l’aspetto finanziario e non lo sviluppo’.

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Lo scandalo che ha coinvolto Telecom Italia Sparkle, difficilmente convincerà la spagnola Telefonica ad abbandonare l’azionariato di Telecom Italia, i cui asset latinoamericani fanno troppa gola anche al tycoon messicano Carlos Slim, che tentò di acquisire una quota Telecom Italia ma venne respinto per preservare ‘l’italianità’ dell’azienda.

 

A gennaio, per sfidare l’egemonia di Telefonica in America Latina, Carlos Slim, che è anche l’uomo più ricco del mondo (col suo reddito da 53,5 miliardi di dollari ha battuto di poco Bill Gates), ha avviato il processo di riassetto di America Movil, lanciando un’Opa sulle quote di minoranza delle altre controllate Telmex e Telint per creare un gruppo da 250 milioni di dollari con un bacino di utenti di 250 milioni di persone, contro i 169 milioni di Telefonica.

 

La società di Cesar Alierta dovrà quindi agire di conseguenza, per affermare la propria posizione strategica contro Slim. Secondo gli analisti, per tenere il passo del competitor, il gruppo dovrebbe acquisire il controllo di un operatore brasiliano. Le opportunità, dicono tuttavia, non sono molte: nel paese latinoamericano, Telefonica controlla il principale operatore, Vivo, insieme a Portugal Telecom, che non sembrerebbe disposto a cedere la propria quota in un mercato strategico – che sta crescendo del 15% l’anno – a quello che in fondo è anche un competitor in Europa.

 

America Movil è il secondo operatore del Paese. Telecom Italia, che controlla il terzo player, Tim Brasil, diventa quindi un alleato strategico per Telefonica.

 

L’affaire Sparkle, dunque, appare come una cosa da poco di fronte a tali interessi strategici e, secondo gli analisti, non pregiudicherà il legame tra i due gruppi.

Di sicuro, tuttavia, sta mettendo a dura prova i nervi del management italiano, che ieri ha di nuovo annunciato un rinvio dell’approvazione dei dati di bilancio e del piano strategico. Il cda, già rimandato di un mese, era previsto per domani, ma la società ha deciso di rimandarlo al 29 aprile, ultima data utile per il rispetto dei termini di legge.

Il rinvio consentirà, tra l’altro, al Consiglio di disporre degli esiti delle consulenze tecnico-legali attivate dalla società su TI Sparkle. È stata comunque confermata la distribuzione del dividendo: lo stacco della cedola, sottolinea una nota del gruppo, sarà in data 24 maggio e il pagamento del dividendo il 27 maggio.

 

Gli azionisti, dunque, possono stare tranquilli. Non così i dipendenti, che già ieri hanno scioperato contro la riorganizzazione del settore informatico, che potrebbe sfociare in 800 nuovi licenziamenti.

I sindacati hanno espresso “forte preoccupazione” per il nuovo rinvio del Piano Industriale, destinato ad alimentare “ulteriori incertezze tra i lavoratori e più in generale nel settore”.

“La più grande azienda di TLC non può stare mesi senza una strategia, senza far sapere il livello di investimenti e soprattutto senza dare certezze sulla sorte di migliaia di lavoratori”, dichiarano in una nota congiunta le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL.

 

Più che affrettarsi a rassicurare gli azionisti – segno che ancora una volta si è data più attenzione agli aspetti finanziari e di costo che non allo sviluppo – secondo i sindacati Telecom dovrebbe affrontare “…i nodi veri, che sono legati al debito e alla mancanza di un rilancio industriale”.

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