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Editoria. Romani: ‘Entro l’estate provvedimento per radio e tv. Recupero di risorse per 100 mln di euro’

Italia


Entro l’estate dovrebbe arrivare un provvedimento attuativo del Governo per sbloccare i fondi del Ministero per lo Sviluppo destinati alle radio e alle televisioni. E’ il parere del viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, che ha aggiunto: “Riportiamo in seno allo Sviluppo Economico fondi che appartenevano al dipartimento per l’editoria. Si tratta del recupero di alcune risorse, una iniziativa da me fortemente voluta, parliamo di una cifra intorno ai cento milioni di euro”.

In parte, questa somma verrà recuperata con un provvedimento ad hoc, per cui è probabile che ciò avvenga entro l’estate.

Il presidente di Aeranti, Marco Rossignoli, ha accolto con favore le dichiarazioni di Romani, e s’è detto fiducioso su una iniziativa di governo a favore di radio e tv, grazie all’impegno del ministero dello Sviluppo.

“Ma è da Bonaiuti e dal Dipartimento per l’Editoria – ha precisato Rossignoli – che attendiamo le vere buone notizie e un impegno concreto per tutto il settore”.

“Un tema sono le provvidenze all’editoria che sono state soppresse nel decreto Milleproproghe. Altro tema è quello delle misure di sostengo previste dal ministero per lo Sviluppo Economico, dove si sta lavorando per reintegrare gli stanziamenti eliminati negli scorsi anni”.

Nei giorni scorsi, il ministro delle Regioni Raffaele Fitto ha annunciato 10 milioni di euro per una ‘riparazione’ parziale al ‘taglio’ inflitto dal decreto Milleproroghe a tv e radio locali, spiegando che lo stanziamento è previsto nel decreto incentivi approvato dal governo.

L’intervento, nato su proposta del ministro Claudio Scajola, viene considerato “a ristoro parziale dei tagli operati sul fondo per l’emittenza. Si tratta – ha detto Fitto – di un primo concreto segnale di attenzione che elimina ogni dubbio rispetto alla effettiva volontà del governo di sostenere un settore tanto importante per l’economia e la stessa vita democratica del Paese”. In particolare, le risorse vengono stornate dal fondo per interventi a sostegno della domanda nel settore energetico.

Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha commentato che questi 10 milioni serviranno a ridare slancio al settore radiotelevisivo locale in questa fase delicata di passaggio al digitale.

“In un momento difficile per l’economia italiana e per tutta l’Europa, il Governo ha cercato comunque di venire incontro ai problemi del settore radiotelevisivo, così come avevamo già fatto per il cosiddetto ‘diritto soggettivo’ nei confronti dei quotidiani e dei periodici delle cooperative di giornalisti, delle associazioni Onlus, religiose e laiche, e delle forze politiche”.

Dieci milioni sembrano comunque insufficienti a ‘salvare’ le testate colpite dal Milleproroghe e comunque resta esclusa la stampa italiana all’estero e quella delle associazioni dei consumatori.

“Spiace constatarlo ma resiste una incomprensibile discriminazione nell’attribuzione dei fondi a sostegno degli organi d’informazione’, ha sottolineato il segretario Fnsi Franco Siddi.

Per il segretario rimangono “le difficoltà nell’area delle radio locali determinando scompensi nei vasi comunicanti delle agenzie di stampa e di settore collegate. Chiediamo al parlamento che in sede di conversione si trovino le opportunità perché‚ il governo ripristini finanziamenti tagliati con il Milleproroghe e dia risposta coerente ai deliberati nell’aula del Senato e della Commissione cultura della Camera”.

“Il ripristino di 10 milioni per le tv locali, inserito nel decreto incentivi, è solo una piccola parte di quanto chiesto all’unanimità dal Parlamento su proposta del Pd”, ha evidenziato Paolo Gentiloni, del Pd. Anche per Mediacoop (l’associazione nazionale delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione), “si tratta di una dimensione molto al di sotto delle necessità. Inoltre‚ del tutto inaccettabile l’esclusione, ancora una volta, dei giornali editi e diffusi all’estero e di quelli delle associazioni dei consumatori”.

“Chiederemo al Parlamento, in occasione della conversione del decreto – annuncia – la riapertura del confronto per evitare ingiuste discriminazioni, garantire le risorse necessarie, e difendere il pluralismo dell’informazione”.

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