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Cinema 3D. A giorni decisione del ministero sugli occhialini. Per la Società Oftalmologica , ‘Sconsigliabili solo al 10% degli spettatori’

Italia


Il Ministero della Sanità prenderà una decisione sugli occhiali per i film in 3D entro la settimana, ma l’orientamento appare già chiaro: come ha detto il Ministro Ferruccio Fazio, si dovrebbe sostanzialmente confermare il parere del Consiglio Superiore di Sanità (Css), che li ha sconsigliati ai bambini al di sotto dei 6 anni e ha stabilito che debbano essere monouso.

 

Il parere del Css ha indotto il Codacons a chiedere ai Nas di effettuare controlli in tutte le sale cinematografiche d’Italia e sequestrare gli occhiali che non rientrino nella categoria monouso, in relazione al rischio, ribadito dal Css, di trasmissioni di infezioni batteriche e virali nel passaggio degli occhiali tra spettatori.

 

Nel mondo scientifico c’è meno cautela: secondo Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (Soi), gli occhiali per la visione dei film in 3D sono “da assolvere. La tecnologia che utilizzano – ha affermato – non è infatti in grado di creare danni permanenti alla vista, né di dare particolari problemi, sempre che si rispettino le norme igieniche”.

“Rispettiamo un parere istituzionale come quello del Css – ha detto Piovella – ma dal punto di vista scientifico esprimiamo perplessità solo per chi non ha sviluppato una visione binoculare. Il milione di persone che in Italia vedono da un occhio solo e mancano di visione di profondità, tutti coloro che soffrono di strabismo, sicuramente non percepiranno l’effetto 3D”. E anche chi ha particolari sensibilità, è soggetto ad emicranie, assume psicofarmaci e ha un equilibrio instabile, “può non percepire la tridimensionalità delle immagini“.

Proprio queste ultime persone sono le uniche a cui il cinema in 3D potrebbe anche dare fastidio, “ma i disturbi che possono accusare – ha precisato il presidente della Soi – non sono diversi da quelli che avrebbero accusato in altre circostanze. Solo in casi rarissimi potrebbero costringere lo spettatore ad abbandonare la sala”.

Complessivamente, quindi, i film in 3D sono sconsigliabili al 10% degli spettatori.

 

Gli occhiali in 3D al cinema, secondo Piovella, non sono da ‘negare’ neanche ai bambini.

“I più piccoli, dopo la visita oculistica che viene suggerita già a 3 anni – ha aggiunto Piovella – possono vedere il film senza problemi. Invito provocatoriamente tutti i genitori a portare i loro bambini al cinema, perché può essere un test per valutare la necessità un primo controllo dall’oculista”.

 

Secondo Piovella, quindi, il parere del Css è “prudenziale“, perché ‘il 3D diventerà sempre più diffuso, con l’arrivo delle tv e dei videogiochi anche in Italia’. Il presidente della Soi ha comunque spiegato di condividere le preoccupazioni legate all’igiene espresse nel parere del Css: ‘indossare un occhiale utilizzato da altre persone può trasmettere virus come l’influenza ma anche, ad esempio, il batterio della congiuntivite. Il costo dei cinema in 3D e’ leggermente superiore proprio per garantire la fornitura degli occhialini, che devono essere sempre monouso’.

 

L’Adoc propone di introdurre l’obbligo d’intervallo, di minimo 5 minuti, nei film proiettati in 3D, l’obbligo di consegna di un ‘bugiardino’ sulle controindicazioni d’uso degli occhiali e la dicitura esplicita ‘sconsigliata la visione ai minori di 6 anni’ nelle sale e nei film.

“Molti cinema, soprattutto i multisala, non prevedono un intervallo nei film proiettati in 3D – ha spiegato Carlo Pileri, presidente Adoc – con il rischio di ripercussioni dannose per i consumatori. Per questo chiediamo che per tutti i film in 3D sia previsto un intervallo minimo di 5 minuti, in modo da poter far riposare la vista. Inoltre , riteniamo sia utile e corretto informare gli spettatori delle possibili controindicazioni attraverso un ‘bugiardino’ medico in cui vengano chiaramente esplicate le modalità d’uso degli occhiali e i possibili danni alla salute che derivano dal loro utilizzo”.

 

L’Adoc ha anche effettuato un’indagine sui costi, da cui emerge che nei cinema italiani si spende meno per vedere un film in 3D che negli altri Paesi d’Europa. “A Roma – ha detto Pileri – il biglietto per un 3D costa 10 euro, come a New York, e il 15% in meno che a Parigi o Berlino il 13% in meno che ad Amsterdam e l’8% in meno di Londra. Ma per un film tradizionale si paga il 10% in più che in Spagna e il 36% in più che in Olanda. Quanto ai prezzi di popcorn e bibita gassata, i cinema italiani sono i più cari d’Europa“, con un 22,3% in più su Madrid, un +20,4% su Berlino e addirittura un +129,3% su Atene. Ci batte solo Londra, con un 6% in più.

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