Copia privata. Andec torna a parlare del Decreto: ‘Inciderà sul prezzo dei prodotti e spesso sarà la principale componente di costo’

di Raffaella Natale |

Italia


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S’è tornato a parlare di copia privata in occasione del IV Forum sulle Internet Sales, durante il quale sono stati presenti i dati raccolti da GfK Retail & Technology sulle vendite online di beni durevoli.

ANDEC (Associazione Nazionale Importatori e Produttori Elettronica Civile) ha voluto evidenziare la propria preoccupazione per i contenuti del decreto 30 dicembre 2009 con cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha stabilito la revisione del sistema dei compensi per copia privata dovuti dai produttori e importatori di apparecchi di registrazione audio e video, supporti e memorie.

Una simulazione eseguita su dati GfK relativi alle vendite 2009, ha infatti accertato che in virtù dell’applicazione dei nuovi compensi, a parità di quantità e tipologia di prodotti venduti, il gettito 2010 relativo a un paniere di 18 categorie di prodotto passerà da 42 a 100 milioni di euro. I soli telefoni cellulari, fino a ieri esclusi dal “prelievo”, genereranno oltre 22 milioni di euro, gli Mp4 HDD oltre 15 milioni, i personal computer circa 10 milioni.

“Ci attendiamo un forte impatto di questo decreto sul mercato: il nuovo compenso inciderà in misura significativa sul prezzo dei prodotti e rappresenterà in diversi casi la principale componente di costo”, ha dichiarato Maurizio Iorio, Presidente di ANDEC.

“In pratica, in un mercato caratterizzato da prezzi in discesa e da capacità di memoria in crescita, i prezzi saranno forzatamente mantenuti elevati per fare fronte al nuovo compenso. Ma vi è di più: il compenso per copia privata è applicato in modo del tutto disomogeneo nei diversi Paesi e la maggior parte dei Paesi europei applica compensi più bassi rispetto a quelli determinati dal nuovo decreto per l’Italia: poiché il compenso è applicato su base nazionale dagli operatori nazionali, per il consumatore sarà sufficiente acquistare all’estero per evitare questo maggior costo. Pertanto, il canale dell’e-commerce sarà quello a trarne automaticamente il massimo beneficio, a svantaggio delle imprese italiane”.

Il Ministro dei beni culturali, Sandro Bondi ha sempre precisato che si tratta di un provvedimento previsto da anni nel nostro sistema, in particolare dal decreto legislativo n. 68/2003, che ha attuato una direttiva comunitaria.

“Non è una tassa – ha spiegato – ma un compenso dovuto per legge a soggetti privati. Paesi come la Francia, la Germania e la Spagna (e altri ancora) hanno previsto da tempo tale compenso e lo hanno stabilito in misura ben più alta di quanto lo abbiamo fatto noi”.

Il ministro s’è sempre detto sereno e orgoglioso di aver assunto un provvedimento come quello che riguarda la copia privata, perché, dopo un esteso coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, l’Italia ha potuto rispondere alle richieste dell’Unione Europea, trovando un difficile punto di equilibrio tra le legittime e troppo spesso eluse esigenze degli autori, e quelle altrettante legittime dei produttori e dei consumatori.

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