France Telecom. Nuovo suicidio tra i dipendenti mentre un Rapporto accusa l’azienda: responsabilità penale per almeno un caso di morte

di Alessandra Talarico |

Francia


Sciopero France Telecom

Un altro suicidio a France Telecom: si allunga ancora, purtroppo, la scia di morti in seno al maggiore gruppo telefonico francese. Secondo quanto riportato da fonti sindacali, un dipendente dell’azienda di 44 anni si è tolto la vita nella sua casa di Lille, nel nord del Paese. L’uomo lascia la moglie e tre figli. “Non sappiamo fino a che punto in questa ultima tragedia possa entrare il lavoro – rivela un rappresentante sindacale della Sud-Ptt – ma la spirale non si interrompe”.

 

Sale infatti a nove, dall’inizio dell’anno, il numero di suicidi: un computo agghiacciante anche alla luce dei risultati emersi dall’inchiesta condotta dall’Ispettorato del Lavoro sul suicidio di un dipendente ad agosto scorso.

Secondo il documento, infatti, si sarebbe trattato non tanto di suicidio, quanto di “omicidio colposo per negligenza”: la società è quindi penalmente responsabile della violazione dell’articolo 121-3 del codice penale per “…aver deliberatamente messo in pericolo la vita altrui”. La decisione definitiva verrà comunque presa lunedì.

Nicolas G., 28 anni, si è tolto la vita nell’agosto 2009, dopo essere stato sottoposto a uno dei tanti trasferimenti forzati nell’ambito del piano di mobilità dei dirigenti, senza l’adeguata formazione e con in più l’onere di dover raggiungere obiettivi molto gravosi.

Anche se il ragazzo aveva lasciato diverse lettere per spiegare le motivazioni del suo gesto – alcune delle quali chiaramente riconducibili al disagio di un lavoro squalificante – secondo il tribunale di Besançon era ‘impossibile’ stabilire un legame formale di causa-effetto tra i problemi professionali e il suicidio.

 

L’inchiesta dell’Ispettorato ha invece chiarito senza ombra di dubbio che “…la direzione era a conoscenza dell’esistenza di un grave rischio legato alla salute mentale dei dipendenti”, dal momento che sia i medici del lavoro che la società Technologia – incaricata dalla France Telecom di stilare un rapporto sul livello di stress dei lavoratori – avevano evocato i rischi psicosociali della situazione creatasi in seno al gruppo.

 

Un contesto di lavoro estremamente difficile e una situazione di disagio più volte segnalata ai dirigenti dell’azienda, insomma, che però avrebbero sottovalutato la gravità della situazione, rifiutando persino di informare e consultare il comitato d’igiene e sicurezza del lavoro (CHSCT).

 

Proprio gli ‘obiettivi’, considerati “troppo numerosi, troppo elevati e sconnessi dalla realtà del lavoro svolto”, sono stato condannati, tra le altre cose, dal rapporto sullo stress stilato da Technologia sulla base di un questionario inviato ai dipendenti lo scorso 19 ottobre come parte delle azioni intraprese dalla società per tentare di comprendere il legame tra la gestione del personale avviata nell’ambito della ristrutturazione del gruppo – che ha lasciato a casa circa 22 mila persone e costretto molti dipendenti a una mobilità coatta ogni tre anni – e l’ondata di suicidi che ha sconvolto la Francia negli ultimi due anni.

 

France Telecom non ha commentato ufficialmente i risultati del rapporto – che punta il dito anche contro l’opacità dell’organizzazione e l’incapacità dei dirigenti di aprirsi al dialogo coi dipendenti – ma, è emerso in questi giorni, oltre al caso di agosto di omicidio involontario, l’Ispettorato generale degli affari sociali (Igas) ha raccomandato alla direzione di riqualificare altri tre suicidi e un tentativo di suicidio come ‘incidenti di servizio’. La società potrebbe dunque dover rispondere penalmente anche di questi casi.

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