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Internet essenziale per le nazioni povere, anche la regina Elisabetta contro il digital divide

Gran Bretagna


I mercati delle nazioni in via di sviluppo soffrono a causa della difficoltà di accedere a internet. Questa volta a ribadirlo è la regina Elisabetta nel suo discorso annuale alle nazioni del Commonwealth, proprio mentre un sondaggio della Bbc condotto in 26 Paesi del mondo rivela che secondo il 79% della gente l’accesso alla rete è un “diritto fondamentale”.

 

Nel suo discorso – che verrà pronunciato domani in occasione dell’Observance of Commonwealth Day, ma del quale la Bbc pubblica alcuni estratti – la sovrana affermerà che il progresso tecnologico e scientifico ha migliorato la qualità della vita e ridotto “gli ostacoli temporali e geografici“.

 

Internet – dirà la regina – sta giocando un ruolo importante nello sviluppo di questi mercati ma, al momento, resta ancora un’opzione troppo costosa per troppi dei nostri cittadini del Commonwealth”.

 

A considerare internet uno strumento essenziale per il mondo odierno è anche la maggioranza dei 27.000 partecipanti al sondaggio condotto dall’istituto GlobeScan per la Bbc.

 

Mentre la Ue ha avviato una consultazione pubblica per capire se la banda larga dovrà essere o no considerata servizio universale e paesi come la Finlandia e l’Estonia hanno già stabilito che l’accesso a internet è un diritto fondamentale, il sondaggio della Bbc conferma quanto forte sia la convinzione che il web rappresenti uno strumento unico per la libertà e la democrazia e, soprattutto, che non debba essere regolamentato in alcun modo, da nessun governo.

 

In Giappone, in Messico e in Russia circa i tre quarti degli intervistati ha dichiarato di non poterne fare a meno, mentre per il 96% dei sudcoreani ed il 90% dei Turchi l’accesso a internet dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale.

 

“Il diritto a comunicare non può essere ignorato. internet è la più potente fonte di apprendimento mai creata”, ha detto alla Bbc Hamadoun Toure, segretario generale della International Telecommunication Union (ITU), sottolineando come i governi del mondo dovrebbero considerare la rete “un’infrastruttura di base, come le strade, lo smaltimento dei rifiuti e l’acqua”.

 

Lo studio, condotto da GlobeScan, ha rivelato anche profonde divisioni sulla questione del controllo dei governi su internet.

Gli utenti intervistati in Sud Africa e Nigeria ritengono infatti che nessun governo dovrebbe mai intervenire per regolare il web, al contrario della maggioranza degli utenti cinesi e di molti paesi europei.

In Gran Bretagna, ad esempio, il 55% degli intervistati crede che in alcuni casi sia giustificabile un intervento regolamentare.

 

E proprio oltremanica si sta discutendo la sua nuova legge sull’economia digitale nell’ambito della quale si impegnerà a dare accesso alla banda larga a tutti i suoi cittadini entro il 2012. La legge darà anche alle autorità il potere di disconnettere in maniera permanente gli utenti che persistono nello scambio illegale di file protetti da diritto d’autore.

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