Editoria: dopo la smentita di Carlos Slim su acquisto NY Times, si riapre la discussione sul mercato Usa. Web più popolare dei cartacei

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


Editoria web

Agitazione rientrata a Wall Street dopo la notizia, subito smentita, che il magnate messicano Carlos Slim Helù sarebbe interessato all’acquisto della New York Times Company, la società che gestisce il quotidiano newyorkese.

 

Il portavoce di Slim ha però negato, sostenendo secondo quanto riporta Cnbc che il magnate delle telecomunicazioni, che controlla Telefonos de Mexico, Telcel e America Movil, non ha interesse a rilevare la casa editrice americana.

 

La giornata ha però vissuto un sussulto improvviso e il titolo Nyt è schizzato fino a guadagnare il 10% nel corso della mattinata, ed è poi sceso ad un +4,48% a 11,43 dollari.

 

Per il NY Times l’operazione sarebbe stata benefica. Il mercato americano dell’editoria, così come quello mondiale, sta attraversando un periodo di grossa crisi. La brusca perdita delle entrate pubblicitarie e il successo dell’informazione online hanno modificato gli equilibri.

Gli editori sanno che bisogna reimpostare le strategie e innovarsi per raccogliere la sfida dell’innovazione tecnologica.

 

Secondo il sondaggio del Pew Research Center, per informarsi gli americani usano ormai più internet che i giornali di carta: dopo le stazioni televisive locali e nazionali, il web è diventato la terza fonte di informazione negli Usa.

 

Il 61% degli americani ha affermato di prendere le notizie online, mentre i lettori abituali dei giornali sono scesi al 50%, mentre il 78% si informa su canali di informazione locali e il 71 su tv nazionali come Cnn o FoxNews.

 

Internet batte la carta dunque, anche se – ha scoperto uno studio del prestigioso Nieman Journalism Laboratory di Harvard – gli scoop continuano a nascere nei quotidiani anche nell’era del web e da lì, tra blog e aggregatori di notizie, migrano poi su internet.

 

Ma il sondaggio del Pew, condotto dal Project For Excellence in Journalism, oltre a fotografare il nuovo rapporto tra americani e news, ha rivelato un cambio di atteggiamento nel modo di consumare le notizie da parte del pubblico.

Gli americani vogliono una fruizione delle notizie più dinamica – il 26% le legge sul cellulare – con un’informazione più personalizzata e partecipativa (il 37% di chi usa internet ha contribuito a una ‘news story’ o lo ha condiviso con altri).

 

Sono tutti elementi che hanno implicazioni importanti per lo sviluppo dei modelli di business del giornalismo online: ‘La nozione di fonte primaria sembra diventata obsoleta mentre trionfa l’info-snacking’, ha spiegato il direttore del Centro Tim Rosenthal.

 

Il cambio di abitudini è generazionale: ad esempio, usano gli smartphone per leggere le notizie il 43% degli ‘under 50’, contro il 15% della popolazione più anziana. E tra i fruitori di notizie ‘on the road’ più della metà (il 55%) usa almeno quattro piattaforme diverse per informarsi, tra cui in misura del 50% superiore agli altri adulti, le versioni cartacee di un quotidiano nazionale. Il rapporto ha certificato il successo di aggregatori di notizie come Google News e di siti come quello della Cnn. Ma internet non è la sola fonte di informazione per l’americano medio: nove americani su dieci usano più di una piattaforma, e metà di questi ne usano almeno sei. Il 59% riceve notizie da una combinazione di online e offline. Poco più di un terzo (38%) si basa soltanto su fonti offline. Solo il 2% si basa esclusivamente su internet.

 

La personalizzazione è uno dei fattori di novità emerso dallo studio: 42 su cento di quanti usano il web per informarsi – pari al 30% di tutti gli utenti di internet – hanno detto che è molto importante per loro personalizzare le notizie di un sito. Meno importante è l’oggettività di quanto si legge: solo metà degli americani hanno detto di volere notizie oggettive e fattuali, mentre il 31 preferisce una fonte che privilegi il proprio punto di vista e l’11% una il cui punto di vista è diverso dal proprio.

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