Telecom Italia: Assoprovider chiede al governo di ‘riprendere il controllo della rete’

di Alessandra Talarico |

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Telecom Italia

Le nuove vicende giudiziarie che vedono coinvolta Telecom Italia, attraverso la controllata Telecom Italia Sparkle, a soli due anni dallo scandalo intercettazioni, hanno suscitato estrema preoccupazione e indignazione” per le nuove nubi che si addensano all’orizzonte dell’ex monopolista italiano delle telecomunicazioni.

 

Mentre l’Ad di Unicredit Alessandro Profumo toglie Telecom Italia dal novero delle grandi aziende italiane – “Oggi – ha detto – le grandi aziende si possono contare sulla punta delle dita. Abbiamo Intesa Sanpaolo e Unicredit, una grande compagnia assicurativa, poi ci sono Fiat, Eni, Enel e Finmeccanica, Telecom Italia purtroppo non lo è più” – in una nota, l’Associazione Italiana Internet Provider lancia l’allarme rete e chiede al governo di inglobare l’infrastruttura per salvaguardare i cittadini e il settore tlc italiano.

 

La posizione di Telecom Italia e Fastweb nella indagine sul maxi riciclaggio è ancora tutta da chiarire: stamattina è stato ascoltato Silvio Scaglia, mentre per Telecom Italia risulta nel registro degli indagati l’ex Ad Riccardo Ruggiero. Per gli inquirenti, tuttavia, al di là delle responsabilità personali dei manager, appare “solare” il coinvolgimento negli illeciti delle due società. Per Fastweb e Sparkle è stato quindi chiesto il commissariamento, una misura che avrebbe effetti notevoli sull’andamento in Borsa dei titoli.

Per scongiurare questa opzione – che viene considerata quando “l’ente svolge un pubblico servizio o un servizio di pubblica necessità la cui interruzione può provocare un grave pregiudizio alla collettività”, oppure quando “l’interruzione dell’attività può provocare…rilevanti ripercussioni sull’occupazione” – i legali delle due società hanno proposto delle soluzioni alternative che saranno vagliate dai giudici nelle prossime ore.

 

Assoprovider, nel difendere l’operato della magistratura, che ha scoperchiato uno dei più eclatanti casi di malaffare mai scoperti nel nostro paese – che pure non si può dire nuovo a queste vicende – afferma che “non si possono fare sconti in nome dei danni che potrebbero derivare alla rete italiana delle tlc, soprattutto in un momento di crisi in cui una frode fiscale di tali dimensioni ha aggravato ulteriormente la già difficile situazione del nostro paese”.

 

Nonostante, insomma, la preoccupazione sacrosanta per il futuro della rete in una fase cruciale in cui si profila all’orizzonte l’obbligato passaggio alla fibra ottica, non si può tollerare né tantomeno favorire “…un sistema che consenta ad un solo privato di fare strage dei principi di concorrenza, sicurezza, privacy, fiscalità”.

 

Deve essere, dunque, il governo, in ultima analisi a intervenire per difendere i diritti di cittadini e imprese, “attraverso un necessario ed improrogabile intervento” per richiamare a sé la rete “quale asset essenziale della nazione”.

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