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iPhone, iPod, Mac: tutti dispositivi dall’enorme successo, ma chissà se qualcuno si era mai chiesto se gli impianti che li producono sfruttano il lavoro minorile. Molti, sicuramente, lo avranno fatto dopo aver sentito la notizia che tre aziende esterne che producono questi dispositivi per la Apple hanno impiegato lavoratori di 15 anni, in paesi in cui l’età minima per lavorare è sedici anni.
Lo ha confermato la stessa società nel rapporto ‘Supplier Responsibility – 2010 Progress Report‘.
In questi tre impianti, ha ammesso Apple, i controlli hanno riscontrato l’impiego di 11 lavoratori al di sotto dell’età legale minima per lavorare, “…sebbene i lavoratori non fossero più minorenni o in attività di servizio al momento dell’audit”.
Le verifiche, da quanto si evince dal report, sono state effettuate in Cina, Taiwan, Tailandia, Malaysia, Singapore, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Filippine e Stati Uniti. Pur non rivelando in quale paese siano state riscontrate queste irregolarità, la Cina è uno dei paesi in cui l’età minima per lavorare è di 16 anni.
“In ciascuno dei tre stabilimenti, abbiamo richiesto una revisione di tutta la documentazione relativa all’occupazione nell’anno precedente l’ispezione e anche un’analisi completa del processo di assunzione, per capire in che modo sia stato possibile reclutare persone minorenni”, si legge in una nota della Apple.
In seguito alla scoperta di queste irregolarità, Apple ha richiesto a ciascuna azienda di sviluppare e istituire un appropriato sistema di gestione per evitare il ripetersi di simili episodi di lavoro minorile.
Le verifiche condotte dalla società miravano ad accertare il rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori e la responsabilità dei processi di fabbricazione anche in merito all’impatto ambientale da parte delle aziende esterne cui Apple affida lavori in subappalto.
Tra le altre ‘irregolarità’ riscontrate nel corso delle verifiche, 3 casi di ‘falsificazione’ di documenti per occultare l’assunzione di persone d’età inferiore a quella prevista dalla legge, infrazioni relative all’orario di lavoro in almeno 55 impianti su 102 (superate le 60 ore consigliate dalla società), inosservanza degli standard sul salario minimo da parte di 24 aziende partner.
Apple ha fatto sapere, comunque, di aver interrotto i rapporti commerciali con almeno uno di questi fornitori, per le ripetute violazioni riscontrate e gli interventi troppo vaghi per mettervi fine.
Sempre nell’ambito della sicurezza dei lavoratori, pochi giorni fa, la taiwanese Wintek , specializzata nella produzione di schermi touch e componenti elettroniche per diverse società occidentali tra cui Apple e Nokia, ha confermato che molti più lavoratori di quanto inizialmente annunciato, hanno manifestato sintomi di avvelenamento da esposizione ad agenti chimici dannosi. Inizialmente, infatti, si parlava di una quindicina di lavoratori dell’impianto sottoposti a cure, ma i casi riguarderebbero oltre 60 lavoratori, di cui 41 ancora ricoverati dall’estate.
E i casi di intossicazione, dicono gli esperti, potranno aumentare, poiché l’esposizione a sostanze tossiche, che provoca danni nervosi e ai muscoli, ha un periodo di latenza di diversi mesi prima della comparsa dei sintomi.
I media locali hanno riferito che l’impianto ha sospeso l’utilizzo si sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi.