Italia
A pochi giorni dal cda del 25 febbraio per l’approvazione dei risultati finanziari 2009 e l’aggiornamento del piano strategico, i piccoli azionisti di Telecom Italia riuniti in Asati fanno il punto sui primi due anni di gestione del ticket Bernabè-Galateri e chiedono al consiglio di discutere alcuni temi cruciali per il futuro della compagnia telefonica italiana.
Tre, secondo Asati, gli aspetti positivi di questo biennio: “l’avvio di recupero dell’immagine della Società rispetto alle gestioni precedenti; il rinnovo del management responsabile degli errori gestionali commessi e il miglioramento dei rapporti con l’Authority e le Istituzioni”.
Tra gli altri risultati positivi ottenuti dal nuovo management, anche “il recupero della fidelizzazione del management e dei dipendenti”, grazie a un progetto proposto da Asati sull’offerta di azioni TI mediante anticipo del TFR o altre modalità.
C’è ancora da lavorare, tuttavia, per accelerare il rilancio e lo sviluppo dell’Azienda e per questo, l’associazione guidata da Franco Lombardi chiede che nel prossimo cda vengano discusse alcune importanti tematiche tra cui la crescita dei ricavi e della market share e il conflitto di interessi con Telefonica in Sudamerica.
Innanzitutto, tra le priorità tracciate da Asati, la necessità di impostare una strategia di crescita dei ricavi e delle quote di mercato, soprattutto nel mobile, (facendo leva su qualità, customer care e innovazione nei servizi), piuttosto che limitarsi alla difesa dei margini e del cash-flow, agendo solo sulla riduzione dei costi, del personale e degli investimenti.
“Solo una strategia di rilancio – spiega Asati – potrebbe tra l’altro portare nel breve il valore di Borsa del titolo nell’intorno di 1,5 euro, coerente anche con l’attuale valore del goodwill di 44 miliardi di euro”.
Riguardo poi i recenti conflitti con le autorità argentine per la situazione di monopolio che si verrebbe a creare nel paese per la presenza contemporanea di Telefonica sia in Telecom Argentina (controllata da Telecom Italia e
Asati chiede quindi che nel corso dell’Assemblea del 12 Aprile 2010 il Presidente presenti una Relazione “sul monitoraggio della vicenda dello spionaggio illegale” tra il 2001 e il 2006, e questo “…anche a tutela della Società, degli Amministratori e degli Azionisti tutti”.
L’associazione chiede quindi che nel prossimo cda si affronti anche il cosiddetto “Progetto Magnum“, relativo alla dismissione degli immobili considerati no-core sede di molte centrali telefoniche (in quanto la NGN in fibra ottica avrebbe portato la drastica riduzione delle centrali da
Considerando, infine, le difficoltà dei soci telco a immettere capitali freschi per il rilancio dell’azienda, Asati ribadisce di essere favorevole alla realizzazione di una nuova società per la rete a maggioranza Telecom Italia, partendo dal già definito perimetro di Open Access “con un aumento di capitale riservato, alla quale possano partecipare anche altri investitori e istituzioni pubbliche e private, nonché altri Operatori conferendo le loro infrastrutture di rete”.
Si potrebbero così riunire in un unico progetto “le oltre 60 reti locali in fibra ottica oltre a quelle regionali ed alle reti di Infratel ed evitare le duplicazioni di investimenti col proliferare di ulteriori iniziative (vedi Lombardia), che comprometterebbero definitivamente la valorizzazione e lo sviluppo della rete di Telecom Italia”.
L’associazione si è detta infine pronta a collaborare con la società e le istituzioni per l’impostazione di un progetto nazionale sulla banda larga che superi i limiti del rapporto Caio e acceleri gli investimenti “…per l’ammodernamento tecnologico del Paese, fattore non trascurabile per una complessiva ripresa economica”.(a.t.)