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Donne e Tv. L’adesione di Elena Vecchio (Comitato Esecutivo Gruppo Federmanager Minerva) e Manuela Villacroce (CPO Regione Abruzzo)

Italia


Per la campagna Donne e Tv, lanciata da Key4biz a sostegno dell’appello alle istituzioni di Gabriella Cims, pubblichiamo oggi l’adesione di Elena Vecchio (Presidente del Comitato Esecutivo del Gruppo Federmanager Minerva) e Manuela Villacroce (Presidente CPO Regione Abruzzo).

 

 

 

Dichiarazione Elena Vecchio

 

Condivido e sostengo l’appello inviato al Presidente della Repubblica e ad altre Istituzioni sia come donna sia come parte di una categoria, quella delle Donne Manager d’Azienda, che ho l’onore e il privilegio di rappresentare, quale Presidente del Comitato Esecutivo del Gruppo Federmanager Minerva.

 

Le donne che noi rappresentiamo sono donne che hanno studiato, (in media la donna che arriva a ricoprire un ruolo di responsabilità in azienda ha una Laurea e conosce più di una lingua straniera), e nonostante debbano far fronte al doppio carico di lavoro – aziendale e familiare – sono collaborative, cordiali e determinate.

Le donne Dirigenti d’azienda, chiedono che il proprio “genere” venga sempre rappresentato in maniera adeguata e, soprattutto, aderente alla “vita reale” che esse affrontano giornalmente con competenza, senso di responsabilità e con grande dignità.

 

 

Dichiarazione Manuela Villacroce

 

Credo che i mezzi di comunicazione abbiano un ruolo importante e determinante nella crescita sociale e culturale della popolazione che li segue. Fra tutti i soggetti che determinano la vita di un paese sono proprio i media ad avere un’influenza preponderante e, fra tutti i media, la televisione è quella che determina più degli altri i comportamenti dei telespettatori.

Se chi fa televisione avesse sempre presente la consapevolezza di tale responsabilità ed avesse, al tempo stesso, un atteggiamento culturale di rispetto dei diritti delle cittadine e dei cittadini, forse non ci sarebbe bisogno di ulteriori norme. Ma dalla quotidiana esperienza di tutti noi si evince che così non è; ed allora è necessario avere degli strumenti democratici di regole e controlli che possano determinare la messa in onda di un’immagine femminile non viziata da pregiudizi né da interessi commerciali.

 

 

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