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Il mercato degli smartphone, in constante crescita nonostante la crisi che ha investito il settore mobile nel suo complesso, si appresta a entrare in una nuova fase, dopo l’annuncio che Symbian, il sistema operativo più diffuso sui cellulari ‘intelligenti’, diventa ufficialmente Open Source.
Un passo che la dice lunga sulle difficoltà di Nokia, sempre leader del mercato con una quota del 40,8%, ma con vendite che nel quarto trimestre 2009 sono scese del 16,8% rispetto all’anno precedente, a 15,5 milioni di dispositivi.
A poco più di 10 anni dal suo debutto, Symbian fa funzionare più di 330 milioni di smartphone prodotti da diversi vendor: chiunque, da ora in poi, potrà lavorare sul sistema, usare e modificare il codice alla base della piattaforma “per qualsiasi scopo”, ha affermato Lee Williams della Symbian Foundation, sottolineando che si tratta della “maggiore migrazione all’open source mai avvenuta”, programmata, tra l’altro, molto prima dell’arrivo sul mercato di concorrenti quali l’iPhone Os o il Google Android.
Il consorzio Symbian, nato – paradossalmente per impedire a Microsoft di imporre il suo strapotere anche nel settore dei software per la telefonia mobile – è attualmente di proprietà Nokia, dopo che a giugno 2008 la società è riuscita, dopo una lunga battaglia, a rilevare anche le quote dei soci di minoranza, tra cui Sony Ericsson (13,1%), Panasonic (10,5%) e Siemens (8,4%) che inizialmente non intendevano permetterle di salire neanche al di sopra del 50% del capitale.
L’ingresso nel settore di giganti come Google e Apple, però, ha scombinato i piani di Nokia che ha cominciato a perdere terreno, schiacciata dalla concorrenza di RIM – che nell’ultimo trimestre 2009 ha venduto 7,4 milioni di smartphone, in crescita dell’84,9% rispetto all’anno precedente – e di Apple, in crescita del 111% rispetto all’anno prima. La quota di mercato di Apple alla fine del quarto trimestre era pari al 10,7%.
Sul versante dei sistemi operativi mobili, la quota di Symbian (di proprietà Nokia) è passata dal 62,3% del 2007 al 47,1%.
La concorrenza sul mercato, dunque, è sempre più agguerrita e il gruppo finlandese, che aveva manifestato fin da subito la volontà di ‘aprire’ la piattaforma e renderla gratuita, creando allo scopo la Symbian Foundation – che vede tra i suoi fondatori AT&T, LG Electronics, Motorola, NTT DoCoMo, Samsung, Sony Ericsson, STMicroelectronics, Texas Instruments e Vodafone – ha anticipato di 4 mesi rispetto ai progetti il passaggio all’open source.
La mossa è pertanto da considerarsi come l’ultimo disperato tentativo di Nokia di riguadagnare terreno sui concorrenti, anche se – dicono gli analisti – il software potrebbe non essere così ‘aperto’ come si vorrebbe far credere adesso. Tutti i sistemi operativi mobili open source, infatti, comprendono qualcosa di proprietario: Android, ad esempio, incorpora il sistema di posta elettronica Gmail.
Nokia utilizza Symbian su tutti i suoi smartphone, tranne che per quelli top-end, definiti ‘mobile computers’, per i quali usa Maemo, che sarebbe la sua versione di Linux. Tutti gli altri top-vendor supportano Windows Mobile di Microsoft, che era il secondo sistema operativo più diffuso prima dell’arrivo di Apple e RIM.
La taiwanese HTC , che è anche il maggior il produttore a utilizzare Windows, supporta anche Android, realizzato dalla Open Handset Alliance, consorzio di compagnie che comprende anche Sony Ericsson e Vodafone.